Myss Keta: importante sentirsi liberi, io uno schiaffo in faccia
L'artista dal volto velato si definisce "femminista e umanista"
Roma, 4 apr. (askanews) - "Una donna che conta", titolo di un brano contenuto nel precedente album che l'ha portata al successo "Una vita in capslock" (2018) e del suo libro omonimo uscito a dicembre 2018, dà l'idea della filosofia di vita di Myss Keta, artista dal volto velato partita da Porta Venezia a Milano e arrivata a conquistare il Berghain di Berlino.
Una donna soprattutto libera, come ci ha raccontato a margine del firma copie a Roma del suo nuovo piccantissimo album "Paprika", uscito il 29 marzo per Island-Universal.
"Io voglio rappresentare una donna libera, vorrei esserlo e rappresentarlo, questo è il mio obiettivo. Mi viene naturale esprimermi attraverso questa immagine forte, ma perché sono fatta così. Myss Keta si è sempre presentata iper-saturata, forte, sempre un po' come uno schiaffo in faccia", spiega.
"La cosa che però molto bella del personaggio è che è una donna completamente libera, da ogni tipo di categorizzazione e standardizzazioni. Questo forse è l'esempio di donna che vorrei rappresentare, nel senso che si può essere donne, si può essere umani in modo molto diverso, vanno bene tutti i modi, però l'importante è cercare di sentirsi liberi e svincolati da ogni tipo di gabbia, costruzione, sia culturale, che mentale, che personale", aggiunge.
"Sono sia femminista che umanista diciamo, quindi io credo assolutamente nell'uguaglianza uomo-donna, ma di tutti gli esseri umani in generale - conclude, ironizzando - Poi possiamo entrare in politica dopo questa intervista... Arrivamo al parlamento!", ha ironizzato la performer milanese.
A cura di Askanews