Giuditta e Oloferne: la storia fascinosa del dipinto caravaggesco
A Napoli Intesa ha prezioso quadro fiammingo che ne fu ispirato
Napoli, 26 giu. (askanews) - Le Gallerie di Palazzo Zevallos Stigliano di Napoli, sede museale di Intesa Sanpaolo; qui c'è un dipinto che riveste un'importanza particolare per lo studio delle opere di Michelangelo Merisi. Esposta nelle sale c'è, infatti, una "Giuditta e Oloferne" del pittore e mercante d'arte fiammingo Louis Finson, attivo a Napoli a inizio Seicento. Questo quadro potrebbe essere stato ispirato dal controverso dipinto omonimo, scoperto in una soffitta di Tolosa cinque anni fa e attribuito a Caravaggio. Il presunto Caravaggio che avrebbe dovuto essere venduto all'asta il 27 giugno, è stato ceduto a un collezionista con trattativa privata.
Il quadro di Finson invece fu acquistato dal Banco di Napoli agli inizi degli anni 80. Antonio Ernesto Denunzio, responsabile dell'ufficio Iniziative culturali e progetti espositivi di Intesa Sanpaolo, ci spiega perché è importante per ricostruire la storia del quadro caravaggesco.
"Il dipinto si ritenne, in un primo momento, opera di Artemisia Gentileschi - ha spiegato Antonio Ernesto Denunzio, - qualche anno dopo, studiando bene i documenti e le carte d'archivio, viene collegata ad evidenze documentarie molto circostanziate, in particolare ad alcune lettere del settembre 1607, indirizzate al duca Vincenzo I Gonzaga della corte di Mantova, nelle quali si parla di due quadri di Caravaggio in vendita a Napoli: una Madonna del Rosario e una Giuditta e Oloferne".
Di queste due opere sembrava persa ogni traccia. Ma c'è un collegamento fra Caravaggio e la bottega di Louis Finson.
"Si dice nelle lettere che questi quadri - ha ricostruito Denunzio - sono in vendita nella bottega dei pittori fiamminghi Louis Finson e di Abraham Vinck. Testimonianze fondamentali perché hanno permesso di ricostruire gli esordi di Caravaggio a Napoli che, probabilmente, si appoggiò alla bottega di questi due pittori fiamminghi con cui forse ebbe rapporti di amicizia e di collaborazione".
Il quadro di Finson, che vediamo in queste immagini, potrebbe quindi essere una derivazione dell'originale caravaggesco, che era in vendita, nella bottega dei fiamminghi, nel 1607. Che fine fece l'originale? Sul dipinto venduto in Francia è in corso un'accesa discussione dei critici. Alcuni ritengono che sia l'opera perduta, mentre per altri sarebbe soltanto opera di un copista. Il quadro, che fu rinvenuto a Tolosa in circostanze fortuite, ha dimensioni analoghe a quello di Finson esposto a Palazzo Zevallos Stigliano.
A cura di Askanews