Fine vita, Cappato: Parlamento può fare legge anche su altri casi

Dopo sentenza su non punibilità; Gallo: legge non potrà arretrare

    Roma, 26 set. (askanews) - "La Corte costituzionale naturalmente è chiamata all'applicazione della Costituzione, ma nulla impedisce al Parlamento di approvare una legislazione che vada oltre le condizioni qui tassativamente esposte. Queste condizioni la Corte le desume dall'attuale quadro costituzionale e dall'attuale quadro legislativo, ma questo non impedisce di dare minore diritto e tutela alle persone in quelle condizioni, ma non impedisce di comprendere anche altre categorie di persone di malati in una disciplina che regoli la libertà delle scelte di fine vita": così l'esponente radicale Marco Cappato dell'Associazione Luca Coscioni, il giorno dopo la sentenza della Consulta con la quale si stabilisce che l'aiuto al suicidio non è punibile "a determinate condizioni".

    Come dichiarato dalla Consulta, la non punibilità si applica nel caso di aiuto per "chi sia già determinato a togliersi la vita" a chi "agevola l'esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di un paziente tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche e psicologiche che egli reputa intollerabili ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli", come era il caso di Dj Fabo.

    "Una certezza c'è, come diceva Cappato - ha aggiunto l'avvocata Filomena Gallo, segretaria Associazione Luca Coscioni - Una legge non potrà avere condizioni inferiori di procedibilità, non potrà determinare un arretramento da quello che c'è scritto in questo anticipo di sentenza".

    A cura di Askanews