Epidemiologa Iss: "Contagi in crescita? Precedenti al lockdown"

Flavia Riccardo: la prossima settimana forse un'inversione

    Roma, 21 mar. (askanews) - I numeri dei contagi da coronavirus che ancora crescono di giorno in giorno appartengono in realtà alla diffusione prima del cosiddetto lockdown. E dalla prossima settimana, sperabilmente, si potrebbe assistere a una prima inversione di tendenza. Anche se, per uscire dal tunnel, "ci vorrà un po' di tempo". A spiegarlo, in questa intervista ad askanews, è la dottoressa Flavia Riccardo, epidemiologa dell'Istituto Superiore di Sanità.

    "Il picco è quando noi troviamo la maggior parte delle infezioni e poi finalmente i casi cominciano a scendere. Dall'11 marzo abbiamo avuto una serie di misure su tutto il territorio nazionale - ha spiegato - e ci aspettiamo che a distanza di due settimane più o meno potremmo cominciare a vedere una stabilizzazione, e anche una diminuzione dei casi. A partire dalla prossima settimana, considerando i tempi di raccolta dati, speriamo di vedere un cambiamento che inverta la tendenza degli ultimi giorni". "Quello che vediamo ora sono persone molto probabilmente esposte prima che queste misure entrassero in vigore".

    "Qual è il rischio di un contagio di ritorno?"

    "Sicuramente abbiamo molto da fare. L'Italia non è tutta uguale su Covid-19. Abbiamo dei posti dove la trasmissione è purtroppo so sostenuta e dove i malati aumentano, ma altri posti in Italia dove i casi sono limitati e si lavora proprio per interrompere quelle catene di contagio e di evitare che si creeino situazioni come quelle viste a Nord. Chiaramente ci sarà una rimodulazione della situazione man mano delle specificità dei posti proprio per agire in modo puntuale, e magari stringendo in zone piuttosto che altre per evitare la trasmissione".

    "Quando potremo dire che siamo usciti dal tunnel?"

    Ci vorrà un po' di tempo, è un virus nuovo, arrivato ora. Ci troviamo di fronte a una popolazione ancora suscettibile, non abbiamo anticorpi, i guariti sono ancora limitati. Bisogna dare il tempo ad eventuali vaccini. È qualcosa che dovremmo affrontare nei prossimi mesi, chiaramente in modi diversi. Dobbiamo ragionare sul lungo periodo, considerando che ci aspettiamo un miglioramento rispetto alla situazione attuale".

    A cura di Askanews