Coronavirus, critiche a Trump per sospensione dei fondi all'Oms

Dalla Cina all'Ue, pioggia di dissensi sulla Casa Bianca

    Milano, 15 apr. (askanews) - "La Cina è molto preoccupata per la decisione di Trump di sospendere i finanziamenti all'Organizzazione mondiale della Sanità". A dirlo è il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian ed è solo la prima di una lunga serie di voci contro la scelta del presidente degli Stati Uniti.

    "La situazione di pandemia per cui ci sono circa 2 milioni di contagiati accertati nel mondo - ha detto Lijian - è a un punto critico e la decisione degli Stati Uniti potrebbe colpire tutti i Paesi".

    Alla sua voce si è aggiunta quella, trasversale, di una buona parte della comunità mondiale.

    Se da un lato Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite ha detto che "non è il momento di ridurre i finanziamenti all'Oms o a qualsiasi altra istituzione umanitaria che combatte il virus", dall'altro l'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari Esteri e la politica di Sicurezza, Josep Borrell ha twittato una dura accusa contro Trump.

    "Sono profondamente rammaricato per la decisione degli Stati Uniti di sospendere i finanziamenti all'OMS - ha scritto - non c'è motivo di giustificare questa decisione in un momento in cui gli sforzi dell'organizzazione sono più che mai necessari per contribuire a contenere e mitigare la pandemia di #coronavirus. Solo unendo le forze possiamo superare questa crisi senza confini".

    Condanne all'attaggiamento di Trump sono arrivate, però, anche dal suolo americano, ad esempio dal miliardario Bill Gates che ha twittato "lo stop ai fondi all'Oms è pericoloso proprio come sembra, il suo lavoro sta rallentando la diffusione del Covid-19 e se viene fermato nessun'altra organizzazione può rimpiazzarla. Il mondo ha bisogno dell'Oms oggi più che mai".

    Gli Stati Uniti sono il più grande donatore all'Oms con oltre 400 milioni di dollari all'anno. Ma Trump accusa l'organizzazione di non aver lanciato per tempo l'allarme sulla pericolosità del coronavirus Sars-COv2. Allarme dato con quasi due mesi di ritardo dalla stessa Cina, probabilmente anche condizionata dal rischio - poi rivelatosi una certezza - di ripercussioni economiche in un contesto già minato dalla guerra dei dazi. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha invece sempre sostenuto il regime di Pechino, anche lodandolo apertamente per il suo approccio draconiano nel combattere l'epidemia sul suo territorio, quando però la malattia era ormai diventata incontenibile a livello mondiale.

    A cura di Askanews