Un'altra tigre di Sumatra morta in una piantagione di cellulosa
In natura ne rimangono circa 600 esemplari, denuncia Greenpeace
Sumatra, 27 mag. (askanews) - Giace a terra con una zampa ferita il maestoso esemplare maschio di tigre di Sumatra morto perché rimasto intrappolato dentro una piantagione per la produzione di cellulosa (gestita dalla Asia Pulp and Paper, APP, società controllata dal Sinar Mas Group, uno dei maggiori produttori di carta al mondo) a Sumatra, in Indonesia.
La specie è considerata in grave pericolo di estinzione (dall'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura o UICN) - dato che in natura ne rimangono circa 600 esemplari, ricorda Greenpeace che ha diffuso le immagini, girate il 18 maggio scorso.
Secondo il Riau Natural Resources Conservation Agency Center, che ha eseguito l'autopsia, si trattava di un giovane esemplare maschio che, prima di rimanere intrappolato, è stato ferito alla zampa anteriore destra. Nelle vicinanze della trappola è stata trovata una carcassa di maiale, probabilmente utilizzata dai bracconieri come esca. Dall'inizio dell'anno è la seconda tigre ad essere ritrovata morta in una piantagione per la produzione di cellulosa.
L'espansione, legale e illegale, delle piantagioni per la produzione di olio di palma e cellulosa è una delle principali cause degli incendi che da ormai molti anni devastano le foreste indonesiane, causando gravi problemi di salute alla popolazione e la perdita dell'habitat di molte specie endemiche come la tigre di Sumatra.
"La deforestazione e la perdita degli habitat costringono le specie selvatiche a un contatto sempre più stretto e conflittuale con gli esseri umani, come successo a questa tigre. Il 31 per cento delle epidemie di malattie emergenti sono legate ai cambiamenti di uso del suolo causati dall'invasione umana delle foreste pluviali tropicali: proteggere le foreste è fondamentale per proteggere la salute del Pianeta, delle specie che lo abitano, e in ultima analisi degli esseri umani", ha affermato Martina Borghi, Campagna Foreste di Greenpeace Italia.
Nel 2013 la APP - Asia Pulp and Paper, società che gestisce la piantagione, controllata dal Sinar Mas Group, uno dei maggiori produttori di carta al mondo - si era impegnata a porre fine alla deforestazione, tuttavia una recente analisi di Greenpeace mostra che tra il 2015 e il 2018 un'area più grande della città di Singapore è stata bruciata in una concessione collegata al gruppo. La settimana scorsa, oltre 90 ONG locali e internazionali hanno invitato i partner commerciali di APP a sospendere gli accordi commerciali fino a quando l'azienda non apporterà cambiamenti radicali nello svolgimento delle proprie attività.
A cura di Askanews