Prezzi imbottigliati

Edoardo Narduzzi

Il prezzo più alto, lo scorso 12 dicembre in asta da Christie’s a New York.

    Il prezzo più alto, lo scorso 12 dicembre in asta da Christie’s a New York, lo ha strappato una bottiglia di Masseto 2008 da 15 litri. Il Nabucodonosor del Super Tuscan è stato battuto per oltre 30 mila euro: 30.882  per l’esattezza, un prezzo da record. Lo stesso giorno una Doppia Magnum del 2006 della stessa casa di Bolgheri è passata di mano a 8.575 dollari. Numeri che certificano l’ottimo stato di salute dei grandi vini italiani nelle aste internazionali.

     

    E che il pericolo deflazione non sia di casa tra i grandi rossi del made in Italy è confermato anche dai prezzi record registrati nell’asta novembrina di Sotheby’s  sempre nella città della Mela.

     

    Una bottiglia di Barolo Monfortino del 1978 è stata aggiudicata a 2.573 euro, con un rialzo del 75 per cento rispetto al prezzo base, mentre l’etichetta di Bruno Giacosa, Barbaresco Santo Stefano, ha chiuso l’asta a un prezzo medio di 1.474 euro. Da record anche il prezzo ottenuto dalla Magnum Sassicaia della mitica annata del 1985, 4.375 euro ovvero praticamente il doppio della seconda miglior vendita di questo tipo di formato nel corso del 2014.

     

    In generale sono cresciute le bottiglie di vino italiane scambiate a un prezzo medio superiore ai mille euro: ben nove, cioè quattro in più dell’anno precedente, nel 2014 di cui solo una, un Sassicaia 1985 venduto a Londra, di terra toscana tutte le altre di origine piemontese. La conferma che l’enologia italiana è ormai pronta a spiccare il volo verso la dimensione degli investimenti alternativi finora quasi monopolizzati dai Grand Cru francesi.

     

    In tempi di Borse volatili sulla spinta dell’incertezza prodotta dalla politica di Atene, investire in Super Tuscan o in etichette iconiche di Barolo o Barbaresco può riservare ricche soddisfazioni.