Zero brindisi per la vittoria di Tsipras

Edoardo Narduzzi

Con i facili argomenti della demagogia economica Alexis Tsipras ha vinto le elezioni greche. Oggi però l’uscita di Atene dall’euro non spaventa più nessuno.

    Con i facili argomenti della demagogia economica Alexis Tsipras ha vinto le elezioni greche. Oggi però l’uscita di Atene dall’euro non spaventa più nessuno. Certo sarebbe un colpo mortale per il già modesto vino greco, coltivato da millenni nelle valli macedoni e della regione di Salonicco. Si tratta di vini autoctoni che affondano le loro radici nella mitologia greca di un tempo e che nel mercato enologico contemporaneo stentano a trovare un ruolo commerciale visibile. La Grecia produce vini di qualità media, soprattutto destinati al consumo interno o delle comunità greche all’estero, ma esclusivi quanto a gusto e sapori. Anche se va riconosciuto alla Grecia il fatto che negli ultimi anni ha avviato una produzione di qualità di prodotti selezionati per proporli al mercato internazionale. La valle di Tembi costituisce il limite naturale della regione enologica greca. Qui, secondo la tradizione, si nascose Apollo dopo la morte del drago Pitone, per essere purificato dalle Muse nelle acque cristalline delle fonti.

     

    In uno dei più bei luoghi della Grecia, sulle cime del profeta Elia, si estende il vigneto di Rapsani; qui, secondo la leggenda, nacque il famoso Nectar, la bevanda degli dèi dell’Olimpo. Sulle fiancate orientali vengono coltivate tre varietà di vini rossi: Xinòmavro (nero-secco), Krasàto e lo Stavrotò (crociato). Dalla loro unione nasce il vino rosso Rapsani, il quale invecchiato acquista un sapore sofisticato e molto particolare. Poi c’è la strada del vino dei re macedoni. Al riparo dei venti provenienti da nord, ma alla luce del sole, si trovano i vigneti di Naoussa, ove matura il delicato rosso Xinòmavro per la produzione del corposo e invecchiato Naoussa (Denominazione di origine di qualità superiore). Ad Epanomi, in Calcidica, sono coltivati l’Asìrtikon, la più delicata varietà di bianco del bacino mediterraneo e la Malagouzià. Nell’antichità Mendi era famosa per il vino, mentre è a Stagìra, sua patria natia, che Aristotele creò il primo esemplare di vigneto. Oggi le coltivazioni dei vigneti si estendono sino alla Calcidica centrale (Aghios Pavlos-Nea Kallikràtia), a Sitonia e Aghion Oros. Nella prima i vigneti si trovano sulle falde soleggiate del Meliton e sono coltivate varietà greche e francesi. Il rosso colorito, dal sapore vellutato è il Plagies Tou Melitona (Falde del Meliton) (Denominazione di origine di qualità superiore) prodotto dalla combinazione del Limnioù, varietà greca antica menzionata addirittura da Aristotele, con le varietà francesi Cabernet sauvignon e Cabernet franc. Si produce anche un altro vino con la stessa denominazione, ma frutto della miscela di tre varietà bianche greche: Asìrtikon, Roditis, Athiriòn.