Un Amarone in Borsa per il bis di Zaia

Edoardo Narduzzi
La ladylike Alessandra Moretti è stata riportata dai veneti sulla terra: per diventare un leader politico serve la sostanza, non qualche comparsata mediatica.

    La ladylike Alessandra Moretti è stata riportata dai veneti sulla terra: per diventare un leader politico serve la sostanza, non qualche comparsata mediatica. La riconferma di Luca Zaia alla presidenza della regione Veneto con più del 50 per cento dei voti espressi è un risultato dal significato politico chiaro, perché le regioni non sono tutte uguali e in quelle che producono più pil i voti si contano e si pesano anche. I diciannove punti percentuali in meno presi dal Pd nel Veneto rispetto alle europee del 2014 sono una bocciatura alla politica economica di Matteo Renzi e del suo governo. L’apertura di credito concessa alle slide del premier che prometteva meno tasse, una rivoluzione profonda della pubblica amministrazione e più pil, è finita. Così la costituency renziana si restringe alle solite cooperative, ai soliti pensionati retributivi e al pubblico impiego. Troppo poco per sognare di governare a lungo? Nel frattempo Zaia festeggia anche la notizia della prima azienda vinicola veneta quotata in Borsa. Già prima dell’estate il 20 per cento dell’Amarone della Masi Agricola, fondata dalla famiglia Boscaini nel 1772, sbarcherà nel segmento Aim di Borsa Italiana. L’azienda vitivinicola della Valpolicella, famosa nel mondo per l’Amarone Costasera, ha sede a Verona e gestisce oltre 900 ettari di vigneti in Italia (alcuni dei quali sono stati tramandati per ben sei generazioni) e in Argentina e impiega oltre 100 dipendenti. La società ha chiuso il 2013 con un fatturato di 64,5 milioni (92 per cento all’estero), un margine operativo lordo di 18,7 milioni, un risultato ante oneri finanziari di 14,1 milioni e un utile netto di 7,8 milioni. Buona notizia per il governatore riconfermato e da sempre vicino al mondo agricolo.