Un Romanée-Conti contro il default di Atene

Edoardo Narduzzi
Non sarà solo un referendum sulla Troika. E neppure una consultazione per salvare la democrazia greca, secondo alcuni espropriata da anni di ogni effettivo potere. La decisione di Tsipras di convocare una consultazione popolare sulla politica economica punta dritta al cuore di Maastricht. Ai paramet

    Non sarà solo un referendum sulla Troika. E neppure una consultazione per salvare la democrazia greca, secondo alcuni espropriata da anni di ogni effettivo potere. La decisione di Tsipras di convocare una consultazione popolare sulla politica economica punta dritta al cuore di Maastricht. Ai parametri della finanza pubblica che rappresentano il cemento armato sul quale è stato costruito l’edificio dell’euro, unica moneta al mondo senza uno stato alle spalle. Se saltano i ratio che fanno scattare le procedure di infrazione per deficit eccessivo, salta l’ideologia tedesca imposta a suo tempo dalla Bundesbank all’euro per rinunciare per sempre al marco. Purtroppo per Tsipras la germanizzazione dell’eurozona è già compiuta e il suo referendum, al massimo, può condannare i greci a una o due generazioni da miserabili in Europa. Sarà la Germania a guidare il vecchio continente in questo secolo.

     

    Se default greco sarà, con tanto di ritorno alla dracma – moneta alla quale inizialmente sarà perfino difficile assicurare una conversione in valute forti, perché si comporterà come il rublo bielorusso all’est una moneta che non cambiano neppure le banche di Mosca – allora conviene investire qualche euro nel più famoso Pinot Noir di Borgogna e del mondo. Quel Romanée-Conti che nel 2015, a differenza dei Bordeaux, ha ripreso a macinare rialzi. Il millesimo del 1978 è cresciuto del 112 per cento segnando un prezzo di 24.604 euro per bottiglia, mentre l’annata del 1985 ad Hong Kong è stata battuta per 21.710 euro per etichetta con un rialzo del 44 per cento sul 2014. La turbolenza di Tsipras fa bene al Romanée-Conti.