Per generare occupazione Renzi “assaggi” il Cile

Edoardo Narduzzi
Eliminare i contributi previdenziali per tre anni sulle nuove assunzioni e varare il Jobs Act solo per i neo assunti non produce occupazione. Dopo le ultime statistiche Istat dovrebbe averlo capito anche Matteo Renzi perché l'occupazione è una conseguenza dei nuovi investimenti che vengono fatti sol

    Eliminare i contributi previdenziali per tre anni sulle nuove assunzioni e varare il Jobs Act solo per i neo assunti non produce occupazione. Dopo le ultime statistiche Istat dovrebbe averlo capito anche Matteo Renzi perché l’occupazione è una conseguenza dei nuovi investimenti che vengono fatti solo quando la produttività è competitiva e il rendimento netto del capitale adeguato. Due fatti che in Italia latitano da tempo. Per migliorare la produttività Renzi doveva abolire completamente l’art. 18, avere il coraggio di riformare il mercato del lavoro per favorire le necessarie riorganizzazioni aziendali. I dipendenti non produttivi devono essere licenziabili per poter assumere al loro posto dei giovani più qualificati e motivati, altrimenti la produttività mai crescerà. In attesa che Renzi faccia riforme alla Rajoy o alla Passos-Coelho, il capitale italiano investe e crea occupazione all’estero. Forse il premier tra i suoi molti viaggi internazionali dovrebbe prevedere anche una tappa in Cile. Qui scoprirebbe un paese che, nonostante la vulgata che lo bolla come un sottoprodotto dei Chicago boys, marcia bene e che non teme la globalizzazione. Anche nell’enologia che gode, unica nel sud America, di microclimi mediterranei. Renzi potrebbe così scoprire un fantastico blend di rossi Bordeaux prodotto nella regione della Maipo Valley e che ha un prezzo medio di 159 euro la bottiglia ma con punte in asta anche superiori ai mille euro al pezzo: l’Errazuriz Vinedo Chadwick (www.vinedochadwick.cl/). Oppure gustare il miglior Carmenère, vitigno bordolese adattatosi magnificamente al terroir cileno, del paese, quello prodotto dalla Concha y Toro, unica società enologica cilena quotata in Borsa, con l’etichetta Carmin de Peumo nella Rapel Valley (http://www.conchaytoro.com/descubre-vinos/fine-wine-collection/carmin-de-peumo-en/) che costa in media 104 euro la bottiglia.