SuperTuscan in Cina
Se e quando i mercati crollano, il Partito comunista cinese arresta e processa gli speculatori, rei di aver attentato alla stabilità e all’ordine capitalista. Una trentina già le persone finite in manette in Cina dopo i rovesci borsistici di Shanghai. Magari qualcuno potrebbe anche essere condannato a morte per dare un esempio estremo di quanto sia pericolo speculare e per educare sul fatto che “gli spiriti animali” del mercato in Cina non devono e non possono superare il limite rappresentato dalla tosatura del cosiddetto parco buoi. Il comunismo, a Pechino, una funzione collettiva e in favore dell’emancipazione dei lavoratori la deve pur avere. Tengono, invece, nonostante i rovesci finanziari e l’economia in rallentamento, i SuperTuscan italiani. Anche quelli più recenti e di seconda fascia. A Sotheby’s di Hong Kong, per esempio, il millesimo 2012 del Sassicaia: Guidalberto, un Merlot nato solo nel 2000 nella stessa tenuta San Guido che ha dato i natali al ben più blasonato Sassicaia, viene battuto a 368 dollari americani la bottiglia o a 4.416 dollari la cassa da dodici pezzi. Un ottimo risultato per un’annata recente di un’etichetta ancora giovane per le aste internazionali. Segno che il valore del brand del Terroir toscano è ormai affermato su scala globale e che i consumatori cinesi associano, anche in tempi di crisi, alla produzione dei SuperTuscan un prezzo che solo i migliori francesi e qualche californiano sono in grado di spuntare quando gli indici di Borsa segnano tempesta. Un segnale, peraltro, molto positivo anche per anticipare le tendenze nelle aste di fine anno nella città cinese un tempo colonia di Londra.
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