Cin cin con Draghi
Più del petrolio a prezzi di saldo, poté il Quantitative easing della Banca centrale europea di Mario Draghi. L’epitaffio sulla tomba della più lunga recessione italiana del secondo Dopoguerra è semplice da scrivere e da commentare. Resta il fatto che Super Mario ha “regalato” su un piatto d’argento un refolo di ripresa economica all’Italia di Matteo Renzi e che adesso la ripresa non può essere sprecata. Quindi? Vera spending review, riduzione delle imposte soprattutto di quelle sul fattore lavoro e disboscamento della palude municipalizzate (richieste contenute nella famosa lettera della Bce del 2011). Le carte, adesso, le ha in mano Renzi che può giocarsi una partita strutturale per far sì che la ripresa non sia un semplice galleggiamento su ciambelle esogene. Perché la vera domanda alla quale il premier deve rispondere è la più semplice del mondo: nell’Italia by Renzi gli imprenditori hanno propensione e interesse a fare nuovi investimenti? Da questa prospettiva può essere inquadrata anche la vendita di una storica cantina del made in Italy, l’algherese Sella&Mosca, da parte della Campari. Comprata nel febbraio del 2002 per 68,2 milioni oggi il dossier è in mano a Mediobanca che deve trovare un acquirente disposto a pagare almeno 70 milioni. Ma il fatturato nel frattempo è sceso del 19,6 per cento e non sarà facile farlo risalire in una stagione di competizione estrema tra le multiple etichette italiche. Campari esce dal comparto del vino, ennesima testimonianza di quanto sia difficile gestire, in un conglomerato dell’alcol, un prodotto tanto peculiare quale il vino è. Comprerà uno straniero anche Sella&Mosca?
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