Bevi, Italia senza pil
Tra i Super Tuscan è sicuramente quello più generoso nell’offrire “capital gain”. Masseto, coltivato a Bolgheri in soli sette ettari della Tenuta dell’Ornellaia, è il Merlot dei record. Mai una battuta di arresto in questi ultimi sette anni nei quali il pil italiano è stato per ben cinque volte in recessione, cioè con crescita negativa. Altro che rialzi da zero virgola come la ricchezza italiana ci ha, purtroppo, abituati. Lo scorso anno l’incremento medio dei prezzi battuti in asta è stato del 12 per cento, perfino migliore del guadagno spuntato nel 2014 che si era chiuso con un più 10,6 per cento. Se si pensa che nello stesso biennio, il 2014-’15, la crescita media del pil italiano è stata dello 0,1 per cento, c’è di che consigliare al presidente del Consiglio Matteo Renzi di ispirare la sua politica economica alla strategia vincente di Masseto.
Il miglior prezzo per bottiglia è stato spuntato dall’annata del 2008: 1.411 euro l’etichetta nell’asta tenuta a Hong Kong lo scorso 3 ottobre con un rialzo a tripla cifra del 186 per cento rispetto all’ultima aggiudicazione in asta. Ma da segnalare sono anche i 784 euro (più 25 per cento) al pezzo spuntati dal millesimo del 1998, sempre a Hong Kong, e i 728 (più 36 per cento) raggiunti dalla vendemmia del 2004 a New York. In piena stagione di tassi di interesse negativi e di supervolatilità borsistica che hanno riportato in auge al bene rifugio per eccellenza, l’oro, pensare al Masseto come opzione di investimento appare una strategia che ha la stessa probabilità di fare gol del tridente del Barcellona Messi-Neymar-Suárez.
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