Petrolio in bottiglia
L’ex ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, aveva molto a cuore il petrolio della Basilicata. Come imprenditrice si è sempre interessata di energia, quindi la cosa non deve sorprendere. Trivellare o meno sarà questo mese anche l’oggetto del referendum. Gli italiani hanno una certa inclinazione a pensare che loro, pur abitando un paese energivoro, possano dribblare tutte le scelte scomode: le centrali nucleari; le trivelle nel mare; le raffinerie sulle coste; i rigassificatori; i termovalorizzatori e così via. Tanto il conto è tutto o quasi pagato dalle generazioni future, chiamate a pagare il debito pubblico causato da tali scelte, anche come effetto indotto dalla mancata crescita del pil.
E’ anche vero che l’ambiente italiano è unico. In Basilicata, ad esempio, c’è uno dei terroir enologici più affascinanti: il Vulture. Sembra, tanto è verde e intenso, una succursale alpina al sud. Il terreno è vulcanico e il vitigno autoctono, l’Aglianico, è un vero Barolo del mezzogiorno ricco di tannini e di profumi.
Una riscoperta recente dell’enologia italica, l’Aglianico del Vulture, che ha già saputo sfornare dei campioncini nazionali. Come Titolo, un’etichetta pluripremiata pur avendo solo venti anni, “inventato” da una giovane enologa donna, Elena Fucci. Produzione annua limitata per un prezzo che raramente va sotto i venti euro a bottiglia, Titolo è una degustazione unica e una testimonianza papillare di cosa può produrre la terra di Basilicata oltre all’importante, per l’economia italiana, petrolio.
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