Un Pomerol per Calenda
La rottamazione sta sfuggendo di mano. Un ministro di formazione liberale, almeno così appare, come Carlo Calenda appena nominato allo Sviluppo economico che attacca un’autorità indipendente come la Consob è un fatto davvero insolito per una democrazia occidentale. E’ la grillizzazione della politica a trecentosessanta gradi; la politica delle battute a prescindere che travolge ogni corretta relazione istituzionale e mette tutto sulla graticola: Consob, Banca d’Italia, Corte costituzionale e così via. Da persone con il retroterra di Calenda uno si attenderebbe ben altra sobrietà e ben altro rispetto delle istituzioni, soprattutto non interventi a gamba tesa su materie di competenza del suo collega all’Economia Pier Carlo Padoan. Ma l’Italia contemporanea è questa: un campo di battaglia dove sono saltate tutte le regole della cultura liberal-democratica.
A Calenda si consiglia un fine settimana a Bordeaux, la città più anglofona di Francia, dove potrà rilassarsi in attesa del voto sulla Brexit che tanti effetti avrà sul mercato unico. Qui nel terroir di Pomerol potrà concedersi una verticale di grandi rossi francesi e verificarne gli andamenti nei prezzi in questa fase di volatilità estrema. Scoprirà che nell’ultimo biennio il più iconico Chateau locale, il Pétrus, ha messo a segno un rialzo del 28,50 per cento sulle etichette delle annate successive al 1990. Nel 2015 tutte le bottiglie andate in asta hanno registrato un segno più (il rialzo medio è stato del 22,42 per cento) e il 2016 è iniziato non male nonostante la volatilità dei mercati. Gli investimenti alternativi continuano a tenere banco e a riscuotere consenso.
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