Italia, attenta, adesso anche la Cina è una superpotenza del vino

Edoardo Narduzzi

Oggi Pechino è il più importante consumatore annuo di vino rosso al mondo e dispone della seconda area vitata per superficie pari a 799.000 ettari.

    La Cina inizia a contare anche nell’enologia. Oggi Pechino è il più importante consumatore annuo di vino rosso al mondo e dispone della seconda area vitata per superficie pari a 799.000 ettari. Nel 2014 la Cina è stata, con 11,18 milioni di ettolitri, l’ottavo maggior produttore al mondo di vino e ha rappresentato il 4,1 per cento della produzione mondiale dello stesso anno. Infine, l’80 per cento del vino consumato annualmente in Cina è prodotto localmente.

     

    Ma il consumo per abitante non solo rimane molto contenuto – 1,16 litri di vino all’anno per abitante – ma nell’ultimo biennio è anche diminuito passando dal valore di 1,31 litri pro capite del 2012 al valore più basso del 2014, dopo un consuntivo pari a 1,24 litri nel 2013.

     

    E sempre nel 2012 si è avuto il record per il vino importato sia in termini di quantità sia di valore, sfiorando i quattrocento milioni di dollari (dato sceso  a 383 milioni nel 2014).

     

    Insomma la Cina oggi è a tutti gli effetti una superpotenza dell’enologia mondiale ma la sua domanda interna rimane decisamente particolare e poco confrontabile con quella occidentale: si beve quasi esclusivamente vino rosso, la produzione locale è importante come quota del mercato di consumo annuo totale e la diffusione del consumo appare in una fase di maturità e incapace di continuare a crescere.

     

    Questi sono i fattori e i numeri che devono avere a mente le imprese italiane che sognano di fare affari con Pechino: piazzare le proprie etichette sugli scaffali cinesi è tutto tranne che una cena di gala.