Chi non vola non vale
Air Force Renzi, the number one. Va bene anticipare il countdown di Capodanno a RaUno (e inacidire le bollicine di Campo Dall’Orto) ma l’apparecchio di Matthew non può tardare ad arrivare. L’Airbus 345, atteso ieri a Fiumicino, non è atterrato. Rinviato a data da destinarsi.
Air Force Renzi, the number one. Il volo blu non si fa più? Il 31° Stormo, a Ciampino, frigge. Ma niente paura: l’aereo c’è, ed è in buone mani. Joe e Johnny, novelli Luciano Serra Pilota, lo hanno requisito nottetempo per imporre a Etihad gli accorgimenti necessari a uniformare il velivolo alla personalità di Renzi, migliore di qualunque Harrison Ford.
Air Force Renzi, the very number one. I due campioni del giornalismo renziano, con un colpo di mano hanno preso il comando del gioiello preso in leasing dall’aviazione italiana, hanno sorvolato Roccaraso (nell’eventualità che the first minister voglia farsi un’altra settimana bianca) per poi atterrare in località segreta, segretissima: a Falconara.
Air Force Renzi, the number one. Aggiornato, tanto per cominciare, l’equipaggio per the first minister. Tutta fatica di forbici e phon quella dei nostri eroi. Le hostess rigorosamente acconciate con la frangetta da suora laica Servegnini’s style e i piloti, invece, adornati di barba giunge modello Gianni & Riotto detto Johnny.
Air Force Renzi, the number one. Lo storytelling non è da meno. Johnny, ossia Riotto, ha preteso da Etihad un equipaggiamento consono alla vocazione smart di mr. president. Un vano forno per la pizza al taglio, un bancomat di Banca Etruria, un collegamento in interfono h24 con la direzione di Vanity Fair e, non ultimo, una telecamera every open con il Tg1. Joe e Johnny, generosissimi, non hanno voluto escludere dalla corte circense Moiro Orfeo detto Orfei.
Air Force Renzi, the number one. Non erano però soli nella base aerea di Falconara. Mimetizzato sotto una pelliccia di orso marsicano, Fed – ovvero Federico Rampini – pugnale tra i denti ha imposto ai tecnici di Etihad di aggiungere un importante accessorio nella sala beauty: forcine elettriche per acconciare trecce e/o eventuali extension. Ciò è disposto per quando l’Air Force Renzi ospiterà Maria Elena Boschi senza però la disponibilità di bimbe congolesi bravissime sempre a far treccine alla ministra.
Air Force Renzi, the number one. Non di solo comfort è dotato il velivolo. Joe e Johnny, ma più il primo che il secondo, si sono adoperati per far montare dodici radar anti gufi e ventiquattro sfollagente per ciascuna ala. Doppio è lo scopo: dissuadere gli altri giornalisti, sempre pronti a salire sull’Air Force del vincitore, e poi allontanare i correntisti e i risparmiatori di Banca Etruria, inevitabilmente attratti dal bancomat in dotazione all’aereo blu.
Air Force Renzi, the number one. Chi vola vale, chi non vola non vale, chi vale e non vola è un vile. Vestito come Manolete, Joe riesce a distrarre i militari in forza alla base aerea e così Johnny, meglio del pilota alla guida dell’aereo più pazzo del mondo, decolla per un giro di prova e misura così le armi in dotazione.
Air Force Renzi, the number one. E’ la Spagna, per Johnny, l’agognata meta per mettere alla prova il proprio coraggio. Dal 13 gennaio Madrid entra nel vivo con la battaglia per formare il nuovo governo e Riotto, allora, letto dopo due settimane di ritardo un editoriale di Paolo Mieli, in nome di Matteo vola sui cieli, varca i Pirenei, e va a combattere contro i grillini di Podemos. Riotto bombarda Guernica e Mario Calabresi, nuovo direttore de La Repubblica, lo immortala dedicandogli tutte le cover di RSera.
Air Force Renzi, the number one. Joe, febbrile nell’attesa, dà il cambio alla cloche e in nuovo volo piomba sulle Asturie, cattura Iglesias, gli intima di cantare “Se mi lasci non vale”, giusto per essere sicuro di non sbagliare tra Julio e Pablo, il leader di Podemos. Quest’ultimo, in verità, canta meglio del vecchio pirata ma Joe non si lascia incantare.
Air Force Renzi, the number one. Joe non perdona. Per prima cosa taglia il codone a Iglesias per offrirlo alla Boschi come trofeo di guerra, quindi lo costringe a farsi, con le meches, una frezza come la sua, infine – spietato – lo costringe a fare karaoke con Cara al Sol invece che con El Pueblo unido. Meglio di Harrison Ford, più di José Antonio Primo de Rivera.
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