Più di Feltri-Belpietro
Johnny organizza la fronda in Rai, Joe incensa il figlio di Daria candidato nel Pd a Milano.
Separati in redazione, uniti in narrazione. Urge l’attualità: Daniela Santanché molla Alessandro Sallusti, Vittorio Feltri scalza Maurizio Belpietro, Nicola Porro è epurato da Matteo Renzi, succede che Gabriele Romagnoli – dalla tolda di RaiSport – manda affanbanca la redazione tutta, incombono i fatti di ieri, oggi e domani ma la realtà di Gianni e Riotto detto Johnny supera la fantasia. Per non dire di Joe.
Separati in redazione, uniti in narrazione. Urge l’attualità. Johnny, escluso da ogni nomina Rai, organizza la fronda. Non riesce a essere l’Antonio Gramsci di Matteo, all’Unità, infatti, ci va Riccardo Luna, se possibile ancor più Johnny di Johnny e Riotto, dunque, si propone come nuovo Longanesi: “Serba la tua purpurea barbera / per quando, senza profferire motto / sventolando la rossa sua bandiera / da Detroit ritorni Johnny Riotto”.
Separati in redazione, uniti in narrazione. Urge l’attualità. Per non dire di Joe, appunto. C’è da dire che quei due – Servegnini e Riotto – fanno di tutto per umiliare il collettivo che si adopera nella redazione di questa povera rubrica. La realtà supera la fantasia: Servegnini, da par suo, come nella più riuscita delle parodie, esalta il figlio di Daria Bignardi, sua benefattrice e dispensatrice di “Erba del Vicino” a Rai3.
Separati in redazione, uniti in narrazione. Urge l’attualità. Candidato del Pd nella fighetta ridotta degli chic di Milano, Ludovico Manzoni – 19 anni, figlio maggiore della direttrice di Rai3 e di Nicola Manzoni – viene descritto da Joe con il paragone più appropriato: “E’ Demostene”. Una cosa così non è dettata solo dal proverbiale know-how da maggiordono, no.
Separati in redazione, uniti in narrazione. Più che la satira può il vero. E Joe, questo d’incensare il figlio della sua maestra, lo fa chiaramente per inibire qualunque presa per i fondelli su di lui. E’ un fulmine quell’uomo, e la sua frezza bianca da suora laica, forgiata al modo di un alettone, lo proclama campione di auto-fondelli.
Separati in redazione, uniti in narrazione. Più che la caricatura può l’originale. E lo stesso Johnny, relegato nei canali di risulta della Rai, si lancia in una gara con Joe e lo stacca. Come prima cosa non può che rilanciare e dare del giovine Manzoni, “di certo un discendente del meno noto Alessandro, scrittore”, un più consone omaggio: “E’ il nostro Mandela”; la sua seconda iniziativa, infine, è quella di convincere ogni componente della famiglia Angelucci di adoperarsi per una meritoria azione: “Sarò io il portantino del giornale unico della narrazione”.
Separati in redazione. Più che la sfida Feltri-Belpietro può la tenzone Joe-Johnny ed è Riotto a stravincere quando riesce con gli Angelucci, editori puri, purissimi, a portare a compimento una strategia di marketing elettorale di altissimo livello. E in ogni stanza, dunque, in ogni parcheggio, nei corridoi e perfino nelle sale operatorie di ogni clinica degli Angelucci – editori puri, purissimi – ci sarà un ritratto 6x9 del giovine Ludovico Manzoni.
Separati in redazione, uniti in narrazione. Laddove non arriva la guerra di Libero, riesce Johhny. Joe, indomito, protesta innanzi alla Daria Madre: “Non ha senso piazzare le foto del candidato dagli Angelucci, Demostene è in lista a Milano!”. Riotto, astuto come Ulisse (e non dimentico di essere stato dimenticato da Renzi, visto che non becca niente), taglia corto: “Sarà a Roma che arriverà da trionfatore, il nostro Ludovico a Milano ha già vinto, non ci sarà transaminasi che – grazie agli Angelucci, editori puri, purissimi – non s’inchinerà al suo passo”.
Separati in redazione, uniti in narrazione. Intanto s’è avuto un retroscena che ben spiega il perché della cacciata di Porro da Rai2 e la cancellazione di “Virus”. Joe, sotto le mentite spoglie di una baiadera ha avvicinato Porro ai tavoli del Salotto42 a Roma, proponendosi come procacciatrice di ospiti e, oplà, ha fatto il nome del suo Demostene. Porro, invece, desideroso di conversare con Ernesto Carbone – il più charmant dei renziani di lotta e aperitivo – lo ha snobbato peggio che una questuante. E più che Carbone, si sa, può solo Joe.
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