Sconfitto, anzi no
Non solo Panella. Da Mieli a Severgnini, tutti i giornalisti impegnati nella gara dei granchi.
Granchi & retromarcia. Non solo Carlo Panella. Tutti fanno a gara a prendere granchi e chiedere scusa. Panella si scusa per aver dato per spacciato Erdogan – “Ho preso un granchio” – ma Paolo Mieli, da par suo, il suo granchio lo prende a Cinque stelle e programma tra cinque anni di chiedere scusa per l’endorsement su Lugi Di Maio (le scuse per l’endorsemente a favore di Romano Prodi sono programmate tra due anni; l’anno prossimo, invece, Mieli chiederà perdono a Silvio Berlusconi).
Granchi & retromarcia. Per non dire di Gianni & Riotto detto Johnny. Anni e anni di granchi, aspettando almeno la direzione del monoscopio Rai e si conduce fino a Laterina – ridente località che die’ i natali, pochi anni or sono, a Maria Elena Boschi – e dalla piazza centrale chiede scusa per avere affidato tutto se stesso a Matteo Renzi e non a lei, vera Signora delle Riforme.
Granchi & retromarcia. L’esempio lo dà comunque Carlo Panella. Il fiero matamoro – defensor d’Occidente, ideologo dei teocon, dei neocon e dei bon bon – ospite a Sky venerdì scorso, commenta i fatti di Turchia e decreta la sconfitta di Recep Tayyip Erdogan quando questi, invece, armato di iPhone schiaccia i militari golpisti.
Granchi & retromarcia. Non solo Carlo Panella. L’unico legittimo erede di Oriana Fallaci, il degno prosecutore della Rabbia e dell’Orgoglio, se ne strafotte di ogni notizia in arrivo e già vede Erdogan ridotto peggio di Muhammar Gheddafi: sodomizzato, sparato e postato nei social finalmente liberi dalla stretta censoria.
Granchi & retromarcia. Panella, sempre in stretto contatto con i consulenti del Risiko e con il presidente dell’associazione “Amici del Mercante in Fiera”, sezione di San Marino, si fa forte delle sue conoscenze e giustamente non dà peso alle notizie che Sky gli fornisce. La Marina Turca si rifiuta di seguire i cospiratori e Panella, aprendo un forum con i lettori di Libero, confortato dalle informazioni di fonti autorevoli, sbotta: “Non conta nulla, la Marina!”. Lesta, conclusione: “Erdogan è già battuto”.
Granchi & retromarcia. Panella, conoscitore di ogni insidia musulmana e quindi gendarme sempre in allerta contro ogni agguato saraceno, capisce quello che i conduttori e gli altri ospiti si ostinano a non capire: “Gli Stati Uniti non hanno ancora parlato, la Nato neppure, ergo, arrivano i nostri!”. I suoi, invece, non arrivano. Piuttosto arrivano gli altri, ossia i cattivi (però difesi dai buoni, cioè gli atlantisti) e Panella, che è un galantuomo di raro stile, infine chiede scusa.
Granchi & retromarcia. Non solo Panella, non solo Mieli. Sono in tanti a partecipare alla gara dei granchi. Lesto più di tutti è Joe Servegnini che, da par suo, sul Corriere della Sera, ha già fatto incetta di moeche. Non s’è saputo nei giorni del Brexit ma la notizia – per un dispetto di Johnny Riotto che l’ha scoperta – è trapelata. Joe, arrivato di soppiato a Londra, tra i londrini del Brexit, in anticipo su Halloween, aveva tentato un’operazione pari, per coraggio, a quella di Rudolph Hess durante la Seconda Guerra Mondiale.
Granchi & retromarcia. Non solo Panella. Con una Zucca intagliata in testa – modellata però con l’accorto ritaglio frontale, per mostrare la fiera frezza bianca da suora laica – Servegnini era riuscito di fare dolcetto o scherzetto nientemeno che alla Regina d’Inghilterra.
Granchi & retromarcia. Non solo Panella. Servegnini, arrivato al cospetto della Sovrana, era riuscito a rivolgerle lo squillante imperativo – “Ci sei o ci fai, resti o te ne vai?” – ma è stato segretamente recuperato da Daria Bignardi, la direttore di Rai3 che spesso prende il tè e rosicchia Gentilini con Elisabetta, e costretto a chiedere scusa inginocchiato sull’Erba dei vicini, e però non proprio un prato, ma un pascolo inzaccherato assai di non proprio odorosa pupù.
Granchi & retromarcia. Non solo Panella. E non solo Riotto, è il caso di dire. Servegnini, infatti, consapevole del baratro cui si destina il progetto politico di Renzi, esaurito al tocco del Big Ben il tempo del suo castigo, liberandosi della zucca, è già arrivato nella natia Crema dove – collaborato dai suoi compagni delle Medie e dei suoi followers – ha attivato i Circoli del Buongoverno delle Libertà del Popolo di Forza Italia a Casa per Stefano Parisi presidente. “Eccomi, Stefy. Sarò io il tuo Joe!”.
Il Foglio sportivo - in corpore sano