Baciamano e suspence

Redazione

Johnny Riotto vuole portare a Broadway la sua autobiografia, Joe in vena di umiliazioni

 

Altro che Olimpiadi, la vera gara è tra realtà e fantasia. “Scrivo per i giornali da 35 anni, pubblico libri da 27, ho partecipato una decina di volta al Salone di Torino…”. Come volevasi dimostrare. Joe Servegnini tiene la sua rubrica sul Corriere della Sera solo per umiliare la nostra fantasia più sfrenata. Manca poco e si fa trovare nei paraggi del Coni per ricevere il baciamano di Giovanni Malagò.

 

Altro che Olimpiadi, la gara è tutta tra fantasia e realtà. Manco il tempo di sfottere Joe e gli annali della cultura tramandano le sue gesta e davvero ogni sforzo di questa povera rubrica è vano. Nella penultima edizione di Pordeonelegge, la settimana d’incontri col pubblico, tra le kermesse più ambite per gli autori e le star dell’informazione, il mitico Servegnini ne ha combinata una delle sue.

 

Altro che Olimpiadi, la gara è nel record di salto in presunzione. Joe non ci fa, infatti, Joe è. Pensate che scena: Joe fa continue vasche per le strade di Pordenone, trascina con sé l’incolpevole responsabile dell’ufficio stampa Rizzoli, stringe tra le mani il suo libro e si mostra alla gente che passeggia con l’espressione di chi dice “ebbene sì, sono io”. Scorge Giancarlo Giannini seduto beatamente ai tavoli di un’enoteca, corre quindi in direzione dell’attore e gli si piazza davanti (col libro in bella mostra, ovviamente).

 

Altro che Olimpiadi, la gara è una e la realtà batte la fantasia. Joe attacca un bottone al mitico interprete di Mimì Metallurgico: “Giannini, buongiorno! Solo Giannini può capire la fatica di un giornalista valido, vero? Solo Giannini può comprendere l’urgenza di drammaturgia che deriva dal lavoro di un cronista attento, vero?”.

 

Altro che Olimpiadi, il campione è solo uno. Giannini è attonito. Fuma e si prepara a soccombere al bottone irrimediabilmente attaccato. Ascolta educato Servegnini e sembra brancolare per capire dove vada a parare. Il responsabile dell’ufficio stampa della Rizzoli alza gli occhi al cielo e cerca timidamente di allontanare Joe che, indefesso, incalza l’attore travolto da siffatto petulante: “…e dica, Giannini, dica; giornalisti validi e cronisti attenti non ce ne sono tanti; vero, Giannini, non ce ne sono?”.

 

Altro che Olimpiadi, la medaglia d’oro sarà sempre per Joe. E Servegnini non dà tregua all’attore. Riceve in faccia gli sbuffi di sigaretta di Giannini ma pur tra sbuffi di tosse non si ferma: “Neppure Indro Montanelli, il mio maestro, pur turandosi il naso ha saputo affrontare la catarsi scenica e solo uno, uno solo, uno soltanto, uno e solo uno ha affrontato il viaggio col Carro di Tespi”.

 

Altro che Olimpiadi, non c’è gara per la fantasia. Tutta Pordenone sta col fiato sospeso. Joe si agita davanti a Giannini, tiene sempre stretto al petto – ben visibile, la copertina – il libro e il povero responsabile dell’ufficio stampa Rizzoli cerca di nascondersi dentro a un decanter o in un calice di prosecco.

 

Altro che Olimpiadi, proprio non c’è gara. Servegnini petula da par suo: “Dica Giannini, dica, chi è il giornalista in grado di fare quello che gli altri non sanno fare? Dica, dica, dica!”. L’ufficio stampa della Rizzoli si nasconde sotto i tavoli mentre l’interprete di “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto”, travolto adesso da un pittoresco personaggio con la frezza bianca, la mascella a forma di comò e con indosso un’impermeabile bianco da rattuso a spasso, finalmente trova modo di parlare.

 

Altro che Olimpiadi, con Joe in campo non c’è scampo. Osservate la scena. Giannini scruta Servegnini, gli sbuffa il fumo della sigaretta sulla frangetta da suora laica e fa la domanda che l’intera città di Pordenone si domanda. E la fa con la voce con cui doppia Al Pacino. Gli chiede: “Ma chi sei?”.

 

Altro che Olimpiadi, l’unico cronometro conta la suspence. Ed è tic tac, tic tac. Scorrono dodici secondi di raggelante silenzio. Pordenone intera smette di leggere e se ne sta col fiato sospeso, l’ufficio stampa Rizzoli decide di arruolarsi nella Legione Straniera ma – tic tac, tic tac – manco avesse l’esperienza di una “bottana socialdemocratica”, Joe si riprende dal contraccolpo e continua.

 

Altro che Olimpiadi, Joe batte tutti i record. E continua: “Ma Giannini, sono Beppe Severgnini, e solo Giannini può capire la fatica di un giornalista valido, vero? Solo Giannini può comprendere l’urgenza di drammaturgia che deriva dal lavoro di un cronista attento, vero?”. Giannini continua a fumare e dice no. Indignato dal rifiuto di Giannini, Joe si rivolge al suo equivalente femminile: Alba Rohrwacher, che accetta di calarsi nei panni di Servegnini ma a una condizione: l’impermeabile bianco, no. Passi per la grezza bianca, ma l’impermeabile è troppo; il telefono azzurro è in agguato.

 

Altro che Olimpiadi, la realtà vince la gara con la fantasia. Non possiamo dimenticare però Gianni & Riotto detto Johnny che replica da par suo e propone ad Al Pacino, quello vero, di portare a Broadway la sua autobiografia “le cose che ho imparato, the things i learn”.

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