Scisma tra le rotative
Lotta fratricida tra i giornalisti renziani. I moschettieri del conte Gentiloni sono pronti alla lotta
Non c’è pace tra le rotative. Scisma tra i giornalisti renziani. I moschettieri del Conte Gentiloni Silveri rinfrancati dallo smagliante successo del premier alla conferenza stampa di fine anno, manco il tempo di godere i festoni e i cotillon per questa sera, a mezzanotte, che se la devono vedere con la lotta fratricida.
Non c’è pace tra le rotative, è scisma: Mary-Mely, Mario Orfeo Orfei detto Moiro e Marione Calabresi hanno da fare i conti con i sanculotti che, delusi dalla bruciante sconfitta di Matteo Renzi al Referendum, si buttano tra le braccia delle sorelle Paola e Annalisa Taverna.
Non c’è pace tra le rotative, è scisma. Chi è che adesso si fa di pajata e di coda alla vaccinara? Chi se ne va in giro, vestito da Rugantino, con la reticella in testa tipo bravo manzoniano, spadroneggiando tra Tufello e Tor Pignattara?
Non c’è pace tra le rotative, è scisma. Ancora più dell’interrogatorio dei pm è un voltafaccia inaspettato a ferire il cuore tenero di Luca Lotti. Chi, infatti, trinca vino de’ Castelli e chiede all’oste di svuotare le cantine nel gargarozzo? Lotti piange e anche Maria Elena Bostik non ride: Joe Servegnini e Gianni & Riotto detto Johnny s’ingaglioffiscono.
Non c’è pace tra le rotative, è scisma. Con la chitarra originale di Lando Fiorini e l’armonica di Claudio Villa, con addosso due pullover di Nino Manfredi, ben occultati sotto la maglia della salute di Enrico Montesano, portandosi dietro le coratelle ibernate a suo tempo da Aldo Fabrizi, i due campioni di quel che fu la granitica fedeltà a Renzi, adesso cantano la serenata alle sorelle Taverna.
Non c’è pace tra le rotative, è scisma. Istituzionale come sempre, Moiro, dalla tolda del suo Tg1, offre argomenti per distrarre rispetto a un sì osceno tradimento ma non manca di fare servizio pubblico gettando il necessario discredito sui due felloni, rei d’aver fatto piangere Lotto. Per non dire di Maria Elena Bostik.
Non c’è pace tra le rotative, è scisma. Furbo come non mai, con sagacia circense, Moiro Orfeo Orfei, tra le comunicazione di giubilo per il Conte Gentiloni Silveri mette in scaletta un servizio curato da Marco Fritto Frittella sulla democraticità dei botti di Capodanno fatti oggetto di proditorio attacco da Virginia Raggi, sindaco di Roma, nota non solo per avere fatto il praticantato nello studio Previti, ma anche per essere accanita lettrice di Italians (“parla bene l’inglese!” fa notare Frittella) e devota ammiratrice di Riotto.
Non c’è pace tra le rotative, è scisma. Moiro, fedele tra i fedeli al Conte Gentiloni, intensifica gli studi di araldica e impone a Frittella la baronia di Saxa Rubra su cui esigere i tributi dei burini in transito sulla Cassia Bis (vanno benissimo le caciotte) non senza dimenticare lo ius primae noctis.
Non c’è pace tra le rotative, è scisma. Non è, questo ius primae noctis, quello che pensano tutti, no, ma è una sorta di bacino della buonanotte – prima della chiusura del Tg – che il direttore Moiro esige da ogni conduttore e che dovrà essere lanciato all’indirizzo del premier in effigie, sullo schermo.
Non c’è pace tra le rotative, è scisma. I tre cavalieri della trojka, intanto, Federico Fubini, Federico Rampini e Ferdinando Giugliano comprano il cavalierato di Malta del fratello di Marra e la loro figura, presso il Conte Gentiloni-Silveri, comunque la fanno. Anche gli altri fedelissimi del premier, ma ancor più fedeli a Matteo Renzi, acquistano prestigio nell’Albo d’Oro della Nobiltà. Federico Geremicca, per esempio, si ritrova a essere discendente di un altro conte, Yorik, e dunque si sente già pari di Palazzo Chigi e principe di Laterina.
Non c’è pace però tra le rotative, è scisma. Lucianino Fontana, da par suo, rifiuta con sdegno la sola idea di far sponsorizzare da Via Solferino il Palio di Siena in onore di Luca Lotti – “la linea animalista del Corriere della Sera”, dichiara stentoreo il direttore, “è a-ni-ma-li-sta, non accetto il sacrificio di un solo cavallo”.
Non c’è pace tra le rotative, è scisma. Fontana da questo orecchio non ci sente ma accoglie però con gioia il suggerimento del sempre geniale Paolo Mieli che, da par suo, cento ne pensa e mille ne realizza: “Offri a Luca Lotti un ben più nobile torneo. Non di cavalli, bensì di unicorni; sarà sempre una giostra equestre ma con animali dell’immaginazione, destrieri del cuore, non della stalla”.
Non c’è pace tra le rotative, è scisma. Mal gliene incoglie a Mieli. Nascosto sotto il tavolo della Sala Albertini c’è Joe Servegnini. In men che non si dica si mette un corno sulla sua frezza bianca da suora laica e comincia a strillare “l’Unicorno sono io” mentre, correndo, attacca adesivi del M5s dappertutto, uno pure sul cappotto di Ernesto Galli della Loggia: non c’è pace tra le rotative, è scisma.
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