Beppe Severgnini (foto LaPresse)

Il primo anno di Joe

Redazione

Obelischi di niveo marmo, zazzere di crine equino. Il popolo intero omaggia Servegnini

E. S. Anno I. 7-tè! Anno primo dell’Era Servegnini. E’ Urbano Cairo che paga il taxi ma è Joe Servegnini che lo difende. 7, il settimanale di Via Solferino festeggia il primo anno dell’Era di Joe e lui, costretto dalla sua stessa modestia, si autocelebra da par suo. Convivi, esposizioni, saggi ginnici, prolusioni e ludi ricreativi.

 

E. S. Anno I. 7-tè! Una parata di fedelissimi (vero, Irene?) si muove da Via Solferino verso Largo Treves dove tra le ali festanti di renziani mobilitati per l’occasione – numerosi sì da far dileguare uno sparuto manipolo di creditori di Banca Etruria arrivati per guastare la festa – il direttore si fa trovare pronto per inaugurare un obelisco, e che obelisco!

 

E. S. Anno I. 7-tè! Anno primo dell’Era Servegnini. L’obelisco, in marmo di Carrara, amorevolmente scolpito dalle maestranze reclutate tra i tassisti della tratta Milano-Crema troneggia pronto a sfidare i secoli, certo di conquistare – con l’ammirazione dell’intero mondo – l’eternità nella gloria imperitura del giornalismo.

 

E. S. Anno I. 7-tè! Incontenibile è la gioia di Cairo di fronte a così schietto e genuino entusiasmo di popolo: giungono, a bordo di camion, innumerevoli squadre di millennial, tutti con i post-it pronti per essere affissi intorno al monumento. E’ una perfetta diarchia questa tra l’editore e il direttore e Joe, memore dell’augusto ruolo del fiero Urbano, gli consegna le forbici con cui questi – non senza elargire buoni pasto – procede al taglio del nastro.

 

E. S. Anno I. 7-tè! Cairo fa zac zac e agli occhi del mondo intero (vero, Irene?), con lo sciogliersi dei legacci, l’obelisco, mostra l’intera sua magnificenza. Eccolo: una colonna di niveo marmo, avvolta in un bianco impermeabile (proverbiale, si sa), sormontata da una frangetta da suora laica.

 

E. S. Anno I. 7-tè! Anno primo dell’Era Servegnini. E’ una vezzosa zazzera, la frangetta, realizzata in crine di candido destriero, bella assai da far pensare a un unicorno tanto è abbagliante il riflesso di ogni singolo filo di sì nobile chioma e messi accanto – l’editore e il direttore – squillano di geometrica armonia: uno è corvino in crine, l’altro è bianco, e sono quasi simbolo vivo di Ying e Yang i due. Indissolubili, inseparabili, insomma: due in uno.

 

E. S. Anno I. 7-tè! Convivi, esposizioni, saggi ginnici, prolusioni e ludi ricreativi accompagnano le attese celebrazioni dell’Anno Primo dell’Era Servegnini a 7 ma mentre gli inserzionisti del settimanale – tutti scornati, peggio che Vercingetorige – sono costretti a sfilare sotto le forche caudine per avere osato contrastare l’invitto direttore ormai assai amato dall’editore, la nostra cronaca deve ancora soffermarsi sull’obelisco descrivendone le finissime iscrizioni e i bassorilievi.

 

E. S. Anno I. 7-tè! Come neppure la Colonna Traiana, ancor più di Trafalgar Square, meglio delle Piramidi, l’asta voluta da Joe in Largo Treves contiene – grazie alle virtù degli scalpellini – l’epopea Servegnini. Ed eccolo, in un riquadro, mentre come Enea con Anchise, Joe si porta sulle spalle babbo Tiziano. Eccolo in un’altra scena mentre, vestito come Lancillotto, combatte il Drago de Bortoli e salva Maria Ginevra Boschi. Eccolo, infine, cinto degli allori, è issato sugli scudi dalle prime firma di via Solferino.

 

E. S. Anno I. 7-tè! Anno primo dell’Era Servegnini. Non c’è Gian Antonio Stella che possa eguagliarlo e infatti, in effigie, l’autore della Casta sta sotto lo scudo. Neppure Antonio Polito può e con la sua pipa, l’illustre editorialista, cerca un’ombra all’ombra del luminoso Joe. E non può dirsi cosa racconti l’obelisco di Massimo Gramellini! Non racconta niente. Non ne dà tracce.

 

E. S. Anno I. 7-tè! Anno primo dell’Era Servegnini. Joe, bisogna pur dirlo, non ha dimenticato l’affronto antico. E’ quello che l’editore – ebbene sì, adesso amaramente pentito – ebbe a fargli or proprio un anno fa. Fu quando sul profilo WhatsApp Cairo volle mettere la propria foto in compagnia di Gramellini. Sul basamento dell’obelisco, ebbene sì, adesso è tutto un cordolo in bianco e nero di direttore ed editore stilizzati, al modo egizio, scolpiti di profilo e speculari, faccia a faccia, cuore a cuore, in un unico destino.

 

E. S. Anno I. 7-tè! Anno primo dell’Era Servegnini. Convivi quindi, esposizioni, saggi ginnici, prolusioni e ludi ricreativi. Ed è qui – in ogni evento – che Joe reclama la presenza di Gramellini. Lo costringe alla macchina del caffè mentre a Lucianino Fontana (vero, Irene?) tocca in sorte di vigilarne la miscela, annusare l’aroma e assaggiare di volta in volta ogni tazzina. Non sia mai che Gramellini voglia vendicarsi (ebbene sì, sarà dalle Idi di Marzo che sragiona contro l’invitto Joe…).

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