Staccata la Spinetta

Povera Alitalia

Redazione

Roma. Jean-Cyril Spinetta non ha ceduto al ricatto sindacale. Lascia Alitalia al suo destino. Per le eccessive richieste dei sindacati ieri si sono interrotte le trattative per un'integrazione tra le due compagnie aeree. Il presidente Maurizio Prato, che aveva chiarito ai leader delle nove sigle sindacali che il termine del 2 aprile non si poteva superare, si è dimesso al termine della giornata decisiva. La grave situazione finanziaria dell'azienda impone scelte radicali e immediate. Per chiedere un prestito ponte occorreva almeno un pre-accordo con i rappresentanti dei lavoratori. L'erogazione di nuovi capitali sarebbe stata garantita dal ministero dell'Economia e con buone probabilità sanzionata da Bruxelles come aiuto di stato. Si contava però di avere già Air France-Klm in casa alla fine dell'istruttoria europea.

    Roma. Jean-Cyril Spinetta non ha ceduto al ricatto sindacale. Lascia Alitalia al suo destino. Per le eccessive richieste dei sindacati ieri si sono interrotte le trattative per un'integrazione tra le due compagnie aeree. Il presidente Maurizio Prato, che aveva chiarito ai leader delle nove sigle sindacali che il termine del 2 aprile non si poteva superare, si è dimesso al termine della giornata decisiva. La grave situazione finanziaria dell'azienda impone scelte radicali e immediate. Per chiedere un prestito ponte occorreva almeno un pre-accordo con i rappresentanti dei lavoratori. L'erogazione di nuovi capitali sarebbe stata garantita dal ministero dell'Economia e con buone probabilità sanzionata da Bruxelles come aiuto di stato. Si contava però di avere già Air France-Klm in casa alla fine dell'istruttoria europea.
    E invece è stata rupture. Le prime ore del negoziato lasciavano trapelare un cauto ottimismo per le aperture di Spinetta. Il manager francese aveva dato la disponibilità a ridurre il numero degli esuberi e garantire alla controllata Atitech commesse sulla manutenzione dei motori fino al 2016. Se le condizioni di mercato si fossero mostrate favorevoli, inoltre Spinetta corso si era detto pronto a deliberare un più rapido ingresso in flotta di nuovi velivoli di lungo raggio e a rivedere la decisione di chiudere la linea cargo. Proposte giudicate insufficienti dai rappresentanti dei lavoratori che hanno proseguito nella tattica suicida di alzare l'asticella. Per confederali e autonomi all'aumento di capitale avrebbe dovuto partecipare anche Fintecna, conferendo alla nuova Alitalia la sua quota di partecipazione del 49 per cento in Alitalia Servizi. Proposta che intendeva così rilanciare l'idea che Spinetta prendesse all'interno del gruppo franco-olandese tutti i dipendenti, riassorbendo quelli fuoriusciti con lo spin-off del 2005 voluto da Giancarlo Cimoli con la creazione di Alitalia Servizi. Spinetta ha detto che porterà le proposte sindacali al suo cda, ma dubita che potranno essere accolte. Diseducati da anni di negoziati dove la controparte pubblica alla fine cedeva sempre ai ricatti degli scioperi selvaggi, i sindacati stavolta si sono trovati di fronte un vero interlocutore. Spinetta non poteva andare oltre. E dire, che in questi mesi il presidente di Air France-Klm si era dovuto prestare a una difficile opera di persuasione nei confronti dei suoi stakeholders. Molte erano le perplessità su un'operazione a così alto rischio su cui Lufthansa aveva preferito, prima di Natale, defilarsi proprio per i timori di non riuscire a imporre un rigoroso piano di sviluppo per i ricatti sindacali.
    Ora lo scenario più probabile è quello del commissariamento. Con lo schema della legge Marzano, già applicata con successo alla Parmalat dove però la crisi era solo finanziaria e non industriale, verrà nominato un commissario straordinario con pieni poteri. Il suo incarico sarà quello di salvaguardare i creditori. La messa a terra della flotta, e i tagli al personale che si prospettano saranno superiori a quelli che ipotizzava Spinetta. Secondo alcuni osservatori i sindacati pensano, in una fase a cavallo delle elezioni come quello attuale, di poter condizionare il nuovo capoazienda per trovare una soluzione all'italiana. Ma non arriveranno nuovi finanziamenti e la cassa è già desolatamente vuota.
    Alcuni osservatori ritengono, però, che al momento la situazione conservi ancora un minimo spiraglio, dovuto al clima di assoluta incertezza, alla minaccia del fallimento incipiente e all'assenza di precedenti. Il caso Alitalia continua a essere un assurdo unicum. Intanto in serata è rispuntata un'ipotesi Aeroflot.