Passeggiate romane
D'Alema punta alla guida del Parlamento europeo
C'è chi disegna il ministro degli Esteri, Massimo D'Alema, come sempre pronto ad affossare i colleghi politici. Il primo è stato Achille Occhetto, il secondo Romano Prodi, e ora, stando almeno a questa vulgata, tocca a Walter Veltroni, segretario del Pd e candidato premier.
C'è chi disegna il ministro degli Esteri, Massimo D'Alema, come sempre pronto ad affossare i colleghi politici. Il primo è stato Achille Occhetto, il secondo Romano Prodi, e ora, stando almeno a questa vulgata, tocca a Walter Veltroni, segretario del Pd e candidato premier. Dopo le elezioni il ministro degli Esteri tenterà di mettere sotto tutela con un congresso (non a caso chiesto da un suo fedelissimo, il senatore Nicola Latorre) il segretario del Partito democratico. Ma c'è chi giura che in realtà Massimo D'Alema sia in tutt'altre faccende affaccendato. E non lo dicono i suoi fedelissimi per difendere il capo. Lo dicono molti (ex?) diessini. In realtà il titolare della Farnesina avrebbe in mente di chiudere l'esperienza italiana e di trasferirsi altrove. Il suo sogno, da tempo accarezzato, è quello di diventare presidente del Parlamento europeo dopo le consultazioni del 2009, soprattutto dopo che sono scemate le sue possibilità di diventare ministro degli Esteri dell'Unione europea. Oggi sulla poltrona più alta del Parlamento europeo siede un conservatore, Hans-Gert Pöttering, quindi la prossima volta dovrebbe toccare a un socialista europeo. Chissà se Massimo D'Alema riuscirà a coronare il sogno che non ha potuto realizzare in Italia nel 2006: due anni fa gli venne negata la poltrona di presidente della Camera, a vantaggio di Fausto Bertinotti, può essere invece che il 2009 gli porti bene, almeno in Europa.
Anche il presidente del Consiglio, Romano Prodi, vorrebbe traslocare all'estero. Un incarico alle Nazioni Unite sarebbe per lui un'opzione interessante. E comunque sarebbe certamente meglio di fare il pensionato in Italia.
Un altro esponente politico a cui piacerebbe trasferirsi altrove è Giuliano Amato. Il ministro dell'Interno vorrebbe andare al posto di Franco Frattini come commissario europeo. Una nomina, questa, che spetterà ancora al governo Prodi, ma che, inevitabilmente, dovrà essere concordata con Silvio Berlusconi. Per questa ragione il dottor Sottile aveva iniziato un abile lavorìo diplomatico. Ma tutto si è interrotto quando è venuta a galla la vicenda delle schede. Difficile che il Cavaliere si scordi di questa storia al momento della nomina del nuovo commissario europeo.
Chi invece non ha intenzione alcuna di trasferirsi altrove è il segretario del Partito democratico Walter Veltroni. C'è chi vorrebbe spedirlo in Africa, ma lui non ha nessuna voglia di assecondare i desideri dei suoi avversari interni. Per questa ragione sta lavorando a fondo perché il Pd, anche in caso di sconfitta, raggiunga una quota considerevole di voti.
Trasloco da un ramo all'altro del Parlamento per Maurizio Gasparri, esponente di primo piano di An, che approderà al Senato. Dicono che per convincerlo ad andare a Palazzo Madama Silvio Berlusconi gli abbia promesso il posto di capogruppo. Ma circola un'indiscrezione secondo cui sono in molti a opporsi a Gasparri. Non è detto quindi che l'ex ministro delle Comunicazioni ottenga ciò che vuole.
Quando hanno sentito la voce secondo cui D'Alema, dopo il voto, vorrebbe ingaggiare battaglia con Veltroni, gli ex margheritini del Pd hanno alzato gli occhi al cielo: l'ennesima faida diessina. Infatti è stato il ministro Beppe Fioroni uno dei primi a stoppare sul nascere la fronda degli oligarchi che iniziava a manifestare a mezzo stampa dissenso nei confronti della linea di W. Molti popolari sono in sofferenza per questo, perché il Partito democratico sembra la prosecuzione, sotto altro nome, dei Ds. A questo proposito raccontano che il presidente del Senato, Franco Marini, non sia affatto entusiasta dell'andazzo e che lamenti il fatto che la Margherita sembra contare ben poco all'interno del Pd.


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