Nove colonne
Da Solferino a Mergellina
Napoli Solferina, tutti a Mergellina. Tutti copiano il Cavaliere. Anche il Corriere della Sera cala in piazza Plebiscito e Paolo Mieli, da par suo, convoca il governo del suo giornale a palazzo Reale.
Dal Foglio del 24 maggio 2008
Napoli Solferina, tutti a Mergellina. Tutti copiano il Cavaliere. Anche il Corriere della Sera cala in piazza Plebiscito e Paolo Mieli, da par suo, convoca il governo del suo giornale a palazzo Reale. Chiusa per sempre la stagione del Rigolo, tutti vanno a prendere il caffè al Gambrinus, giusto a due passi dal San Carlo dove tutti i maggiorenti arrivati da Milano, prima di iniziare il vertice, vengono accolti e introdotti allo spirito partenopeo dal sommo maestro, Paolo Isotta. Il Corriere cala lungo via Toledo per immedesimarsi meglio con la città e tutti i suoi problemi e sgomberare così tutta 'a munnezza. Ed è da par suo che Pierluigi Battista, il vicedirettore, propone la lettura revisionista di Franceschiello, di re Bomba e di tutto il brigantaggio. A Beppe Severgnini viene dato l'incarico di fare 'o pazzariello (mentre Lina Sotis fa la sciantosa), ad Ernesto Galli della Loggia viene offerto il destro di aprire finalmente il portone giacobino tenuto chiuso dall'avvocato Giovanni Marotta al grido di “Vivamaria!”.
Tutto il Corriere fa sciuè sciuè. Mentre Angelo Panebianco studia e analizza il “Sabato, domenica e lunedì” di Claudio Velardi, assessore regionale al turismo, c'è Aldo Cazzullo, impegnato sul fronte di una delicata inchiesta, che avanza tenendo stretta la mazzarella di San Gennaro. “Natale in casa Verusio” è il titolo di un editoriale di Giovanni Sartori. Il noto politologo, all'uopo, ha pure proposto di cambiare il nome del noto vulcano con l'augusto cognome della signora Sandra: “E' così pirotecnica, lei”. Anche Paolo Franchi, dal canto suo, scrive e si mette scuorno: “O Riformismo: le mani sulla città”. Francesco Giavazzi, illustre firma, viene mobilitato con un articolo corposo: “Pane, gomorra e fantasia. Come si chiagne e come si fotte”. Cerchiobottista come al solito, però, il Corriere, da un lato esalta Bassolino con un'intervista dal titolo “Coraggio! ha da passà 'a nuttata”, dall'altro pianta chiodi sulla Rosetta Iervolino con un editoriale di Maria Laura Rodotà inequivocabilmente pregiudizievole: “A malafemmina”. E' un clima festoso quello che accompagna a Napoli i maggiorenti del Corriere della Sera giunti in piazza Plebiscito a bordo di un piccolo pullman e pronti a un endorsement fino a ieri impensabile: “O surdato innamorato”. Un editoriale anonimo e perciò riconducibile al direttore dedicato a Ignazio La Russa.
Alla fine tutti copiano il Cavaliere. Anche la Repubblica scende a Napoli per riunire il proprio governo ombra. A parte il Fondatore che aspetta al Maschio Angioino, il suo provvisorio Quirinale, il verbale delle decisioni prese dal giornale, tutti i principi elettori del regno di Ezio Mauro si sono riuniti a Secondigliano. Bonini e D'Avanzo, riunificati per l'occasione, per doppiare gli scoop su Marco Travaglio, adesso stanno approntando un ricco dossier di controinformazione su Roberto Saviano, Concita De Gregorio, visibilmente emozionata, si distrae sovente per cantare dai balconi “O Soru mio, sta in fronte a me”. Molto più concentrato invece è il filosofo Umberto Galimberti che con un intero inserto domenicale di Repubblica si propone come ministro ombra “per combattere la perniciosa e dilagante industria delle contraffazioni”. “Stroncheremo ogni forma di plagio e di copiatura, lavatura e stiratura”, ha dichiarato nel corso di una conferenza stampa fatta sulla prima rampa della lunga scala detta scalinatella (bella, bella). Scalinatella, bella bella, copiata e identica, va da sé, a una già vista a Marbella (bella, bella).


Il Foglio sportivo - in corpore sano
Fare esercizio fisico va bene, ma non allenatevi troppo
