Campagna militare
Perché Israele prende poco tempo prima di avanzare da terra
Al settimo giorno di attacchi contro Hamas, l'esercito di Israele chiede ai cittadini stranieri rimasti a Gaza di lasciare la Striscia. E' l'ennesimo messaggio alle milizie islamiche: l'offensiva non terminerà prima che loro rinuncino alla lotta, a costo di affrontare i terroristi nel fango di Gaza.
Al settimo giorno di attacchi contro Hamas, l'esercito di Israele chiede ai cittadini stranieri rimasti a Gaza di lasciare la Striscia. E' l'ennesimo messaggio alle milizie islamiche: l'offensiva non terminerà prima che loro rinuncino alla lotta, a costo di affrontare i terroristi nel fango di Gaza con l'operazione di terra che Israele prevede e prepara da sei mesi. Anche ieri, Hamas ha lanciato decine di ordigni sulle città del Negev: decine di missili Grad e razzi Qassam hanno colpito fino alla città di Ashkelon, ferendo cinque persone.
Dopo i primi giorni di guerra dal cielo il raid di terra sembrava imminente. Tre fatti hanno convinto il governo di Gerusalemme a prendere tempo. Il presidente francese, Nicolas Sarkozy, sarà in medio oriente all'inizio della prossima settimana per ascoltare i leader della regione; il mondo arabo (in particolare l'Egitto) non ha mostrato grande interesse per la causa di Hamas; i risultati ottenuti dall'aviazione vanno oltre le aspettative degli strateghi israeliani. Giovedì è stato ucciso il leader spirituale di Hamas, Nizar Rayan, uno dei cinque uomini più ricercati dall'Idf (Israel defence force). Secondo il quotidiano Haaretz, Rayan sapeva che la sua abitazione stava per essere colpita dai caccia ma ha deciso di non fuggire.
Il capo dell'esercito, Gabi Ashkenazi, vorrebbe finire il lavoro senza occupare la Striscia. C'è un problema: Hamas non intende arrendersi e prepara Gaza alla battaglia finale. I miliziani hanno preso l'ultimo bastione dell'Anp, gli uomini di Fatah, il partito del presidente palestinese, Abu Mazen, e costoro hanno trovato rifugio in Egitto. Una cellula fornirebbe informazioni preziose all'intelligence israeliana. Per questo, dicono numerosi analisti di Gerusalemme, l'attacco di terra non può essere rimandato a lungo. Sarkozy sarà in visita a Gerusalemme e al Cairo fra lunedì e martedì. Nelle stesse ore, la crisi di Gaza sarà discussa al palazzo dell'Onu e anche Abu Mazen parteciperà al dibattito. L'ok ai tank dell'Idf potrebbe arrivare dopo i tentativi dei mediatori: a febbraio Israele elegge il nuovo Parlamento, nessun leader del governo vuole arrivare alle urne con una guerrà a metà.
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