I muri di Gaza City
Le prime fasi dell'offensiva terrestre israeliana hanno visto una rapida avanzata di Tsahal, accompagnata da un limitato numero di vittime. Le tre direttrici dell'avanzata hanno consentito di ridurre gli spazi di manovra dei miliziani, che hanno subito decine di perdite a fronte di un caduto e circa dieci feriti israeliani.
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Le prime fasi dell'offensiva terrestre israeliana hanno visto una rapida avanzata di Tsahal, accompagnata da un limitato numero di vittime. Le tre direttrici dell'avanzata hanno consentito di ridurre gli spazi di manovra dei miliziani, che hanno subito decine di perdite a fronte di un caduto e circa dieci feriti israeliani. Contenuti per ora i “danni collaterali” grazie all'impiego non indiscriminato della potenza di fuoco dei reparti terrestri e a un'ampia attività notturna quando nelle strade circolano pochi civili e con i visori notturni è possibile sorprendere le forze di Hamas e colpire con rapide incursioni (anche dal mare) i tunnel di Rafah. L'impiego della marina israeliana sembra dare ottimi risultati, soprattutto nel bombardamento dei mezzi di Hamas utilizzati per trasportare lungo la strada costiera armi e munizioni da sud a nord della Striscia. Circa gli obiettivi di Gerusalemme, finora sono stati soltanto ridotti i lanci di razzi Qassam e Grad verso i centri abitati del Negev.
Ma le postazioni di fuoco di mortai e razzi sono smontabili e installabili altrove. Per questo Tsahal deve condurre fino in fondo l'offensiva: nonostante l'eliminazione di molti suoi comandanti, la struttura militare di Hamas è lontana dall'essere annientata. I miliziani caduti sono circa 500, i raid sui depositi di armi e munizioni potrebbero aver ridotto l'autonomia di fuoco dei miliziani. L'assedio a Gaza City, la fase potenzialmente più sanguinosa dell'operazione Piombo fuso a causa dell'alta densità abitativa, costituirà lo scontro decisivo tra la volontà di Hamas di sformare il centro abitato in una nuova Fallujah e la strategia israeliana tesa a colpire con precisione i punti nevralgici del nemico sfruttando la tecnologia e l'addestramento dei soldati di Tsahal che per un anno e mezzo hanno simulato l'attacco a Gaza su un modello in scala ridotta (ma con gli obiettivi aggiornati dall'intelligence) realizzato nella base di Tsehilim, nel deserto del Negev.
Benché Abu Obeida, portavoce delle Brigate Ezzedin al Qassam, abbia annunciato che “migliaia di militanti palestinesi sono pronti alla battaglia contro l'esercito israeliano”, i dati in possesso dell'intelligence israeliana confermano che i 20 mila armati mobilitati dal gruppo jihadista sono per lo più adolescenti privi di addestramento specifico, armati soltanto di kalashnikov e vecchi lanciarazzi Rpg. Circa 10-15mila miliziani sono inquadrati nelle forze per il controllo interno ma non sono in grado di contrastare Tsahal e potrebbero cedere sotto il fuoco, come dimostrerebbero le decine di miliziani che già si sono arresi a Tsahal. I guerriglieri di Ezzedin al Qassam, 1.500 combattenti a tempo pieno divenuti circa quattromila con la mobilitazione, hanno invece ricevuto un ottimo addestramento dai pasdaran iraniani e dagli Hezbollah libanesi imparando a realizzare sofisticati ordigni stradali e trappole esplosive efficaci nelle città.
Divisi in quattro brigate, queste forze dispongono di equipaggiamenti moderni: fucili di precisione, missili anticarro AT-5, antiaerei SA-14 e un numero limitato di visori notturni. A Gaza opera anche il Jihad islamico palestinese che schiera tra 500 e mille miliziani. Il premier, Ehud Olmert, e i ministri della Difesa e degli Esteri, Barak e Tzipi Livni, hanno ripetuto che l'operazione Piombo fuso richiederà molto tempo, il che indica la determinazione a spazzare via sia la dirigenza politica sia le forze combattenti di Hamas a Gaza con un'azione progressiva che frantumi ogni capacità difensiva. Un blitz che veda concentrate simultaneamente le due divisioni corazzate schierate nell'area della Striscia ridurrebbe la durata dell'operazione ma provocherebbe un elevato numero di vittime tra i civili e tra le truppe israeliane, all'offensiva in un ambiente urbano ristretto.
La strategia adottata sembra invece quella del “rullo compressore”. Una volta isolata un'area, i civili sono invitati ad abbandonare i potenziali bersagli, cioè le postazioni, i depositi o i comandi di Hamas localizzati dall'intelligence o dai velivoli di sorveglianza teleguidati che indicano i bersagli ai jet, agli elicotteri e all'artiglieria. Ammorbidite le difese l'esercito avanza, con il favore delle tenebre, con la protezione dei carri Merkava e dei veicoli corazzati da combattimento. Questa manovra efficace militarmente comporta però lo svantaggio di prolungare i tempi dell'operazione.
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