Militaria – Speciale Gaza
Edifici trappola, kamikaze vestiti da soldati. Che cosa succede sul campo
L'incapacità di contrastare gli israeliani induce Hamas a impiegare i kamikaze. Almeno una dozzina di miliziani hanno cercato di farsi esplodere in mezzo alle truppe, in alcuni casi vestiti con uniformi di Tsahal. I risultati finora sono deludenti.
L'ora dei kamikaze
L'incapacità di contrastare gli israeliani induce Hamas a impiegare i kamikaze. Almeno una dozzina di miliziani hanno cercato di farsi esplodere in mezzo alle truppe, in alcuni casi vestiti con uniformi di Tsahal. I risultati finora sono deludenti: due soldati feriti e tutti gli attentatori suicidi abbattuti. L'ultimo caso risale a ieri quando alla periferia Nord di Gaza City un uomo ha cercato di avvicinarsi ai paracadutisti, che gli hanno sparato colpendo la cintura esplosiva facendolo saltare in aria. Anche l'onda dei martiri suicidi pare limitata e soprattutto non coordinata, come se si trattasse di azioni improvvisate dei miliziani più fanatici e non di una tattica ben pianificata.
Genieri in azione
I veri protagonisti della campagna terrestre di Piombo fuso sono i guastatori del genio dell'esercito israeliano. I guastatori hanno abbattuto edifici minati, trasformati in trappole, bunker e depositi di armi. Numerose altre trappole esplosive e bombe stradali sono state neutralizzate prima che potessero colpire le truppe mentre a Rafah e lungo il corridoio Philadelphi i genieri hanno demolito tunnel impiegati per portare a Gaza armi e munizioni. Le bombe a penetrazione GBU-39 lanciate dai jet F-16 e le cariche a effetto sismico dei genieri avrebbero fatto crollare le pareti in terra di oltre 200 tunnel.
Hamas sbanda
L'avanzata delle truppe israeliane non incontra per ora la resistenza che molti si attendevano. I rapporti dei comandanti di Tsahal rivelano al contrario lo sbandamento di interi reparti di miliziani. In molti quartieri si limitano a contrastare le truppe di Gerusalemme con tiri di mortaio e con il fuoco di disturbo dei cecchini e di alcune postazioni controcarro, individuate e neutralizzate dai radar “controfuoco” e dai velivoli teleguidati che sorvolano il campo di battaglia. “Ci sono stati numerosi tentativi di colpirci con armi anticarro, in alcuni casi anche con missili a lungo raggio” ha dichiarato al Times un colonnello di Tsahal e ieri proprio razzi anticarro hanno ferito sette soldati a Gaza City. “Noi abbiamo replicato con attacchi preventivi molto potenti e colpiamo tutti quelli che provano a osservare i nostri movimenti”. Lo sbandamento è giustificato dal martellamento di aerei e artiglieria ma anche dalla scomparsa di quasi tutti i comandanti di Hamas, morti o rifugiatisi in nascondigli sicuri. In venti giorni di guerra sono dieci i caduti israeliani, quattro dei quali uccisi per errore dal “fuoco amico” e meno di cento i feriti. Dall'altra parte circa 700 guerriglieri uccisi e un centinaio catturati. Hamas nega perdite così elevate e sostiene che i due terzi dei circa mille morti palestinesi sono civili così come gran parte dei 4.500 feriti.
Black-out mediatico
Questo conflitto viene combattuto nel quasi totale black-out mediatico. Israele ha vietato l'accesso alla Striscia ai reporter e fornisce direttamente ai media informazioni, video e foto, per lo più ripresi dagli aerei. Hamas ha vietato la diffusione di notizie di carattere militare e anche BBC e al Jazeera, che hanno corrispondenti locali a Gaza, operano sotto la sorveglianza del movimento islamico diffondendo soprattutto immagini e notizie sulle vittime civili.
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