I popoli dell'oppio

Perché Obama ha problemi di droga un po' in tutto il mondo

Redazione

L'Amministrazione Obama ha problemi di droga. La campagna per stabilizzare Afghanistan e Pakistan, la guerra ai talebani, la diplomazia con l'Iran prenucleare – ieri il segretario si stato Clinton ha invitato gli iraniani al summit Nato del 31 marzo –, il tavolo di pace con la Corea del nord, il cortile di casa in Messico insanguinato da un conflitto civile tra narcos e governo, la sicurezza nazionale degli Stati Uniti e la condizione dei neri.

    L'Amministrazione Obama ha problemi di droga. La campagna per stabilizzare Afghanistan e Pakistan, la guerra ai talebani, la diplomazia con l'Iran prenucleare – ieri il segretario si stato Clinton ha invitato gli iraniani al summit Nato del 31 marzo –, il tavolo di pace con la Corea del nord, il cortile di casa in Messico insanguinato da un conflitto civile tra narcos e governo, la sicurezza nazionale degli Stati Uniti e la condizione dei neri (uno su cinque ha problemi con la giustiza legati alla droga): tutte le pagine più importanti dell'agenda di Obama hanno lo stesso elemento in comune, un fiume sotterraneo di droga, droga ovunque e dappertutto.

    La Casa Bianca si è appena impegnata in una grande revisione della strategia contro i talebani e gli estremisti di al Qaida, entro luglio invierà altri diciassettemila soldati e sta esperendo negoziati faticosi con gli alleati occidentali per coinvolgerli. Ma il piano avrà successo soltanto se la Coalizione riuscirà a colpire il motore della guerriglia, il traffico di oppio ed eroina, fonte illimitata di finanziamenti. In Afghanistan le zone dei combattimenti più violenti coincidono con quelle che producono più droga e possono permettersi più armi e più reclute. Le Nazioni Unite calcolano che i talebani sono seduti sopra a una riserva – accumulata in tre anni – di circa seimila tonnellate di oppio, accantonata per pagare generosamente i costi di una guerriglia di attrito dai tempi lunghi.

    Diciotto giorni fa 500 parà inglesi hanno attaccato una delle tante raffinerie fortificate dei talebani che punteggiano l'Afghanistan meridionale e dopo una sparatoria che ha fatto 20 morti hanno distrutto droga per 70 milioni di dollari. Quando il segretario di stato americano ha definito l'Afghanistan un “narcostato”, il presidente Hamid Karzai ha respinto l'accusa; ma anche suo fratello, secondo il New York Times, è coinvolto nel traffico. A est il principale punto di passaggio della droga è l'Iran, che ha gravissimi problemi di tossicodipendenza da eroina (riguardano l'otto per cento della popolazione). Il regime è duro con i trafficanti, e chiede all'occidente strumenti per cooperare: ma l'uso che poi ne fa non è chiaro. Un costosissimo visore notturno inglese per contrastare il narcotraffico è stato ritrovato in Libano, nelle mani di Hezbollah. Fucili di precisione venduti dall'Austria sono finiti nelle mani dei miliziani iracheni. Molti analisti insistono: parti dell'establishment politico e militare iraniano controllano il viavai di stupefacenti. In Corea del nord la questione è più esplicita: dal 2002 il governo produce 50 tonnellate di oppio all'anno, export di stato per fare cassa.

    Al confine con il Messico negli ultimi due anni il governo americano ha schierato 18 mila uomini – più di quelli spediti in Afghanistan. Il segretario alla Difesa Robert Gates promette al vicino collaborazione, con addestramento, intelligence e voli di ricognizione. Ma la situazione è fuori controllo. Le milizie paramilitari dei narcos – molti sono ex soldati – hanno fatto seimila vittime nel 2008 e minacciano rappresaglie atroci contro le forze regolari. Gli analisti si chiedono: a quando attacchi dei droni, come nelle aree tribali del Pakistan? Negli ultimi anni il programma antidroga americano è tornato a essere “in stile anni Ottanta”, 13 miliardi di dollari spesi per gli interventi e l'interdizione all'estero. Ma il prezzo sulle strade precipita: a Los Angeles un milligrammo di eroina, ottima purezza, costa dieci cents. Per chi è agli inizi è sufficiente una dose da cinque milligrammi: mezzo dollaro.