Barak di lotta e di governo

Redazione

A dicembre era stato Amos Oz a dire che Ehud Barak è colluso con i coloni. Ieri ci ha pensato il quotidiano Haaretz: “E' naturale per lui entrare in un governo di destra”. Il ministro della Difesa israeliano Barak farà parte del governo Netanyahu-Lieberman e anche il Partito laburista ha scelto di seguirlo. Evitando così di liquidare la storia della sinistra israeliana che ha fatto lo stato ebraico.

    A dicembre era stato Amos Oz a dire che Ehud Barak è colluso con i coloni. Ieri ci ha pensato il quotidiano Haaretz: “E' naturale per lui entrare in un governo di destra”. Il ministro della Difesa israeliano Barak farà parte del governo Netanyahu-Lieberman e anche il Partito laburista ha scelto di seguirlo. Evitando così di liquidare la storia della sinistra israeliana che ha fatto lo stato ebraico. Chi dice che Barak sta distruggendo i laburisti dimentica che è stato l'elettorato a relegare il partito di Ben Gurion al rango di ultraminoranza. Due giorni fa Barak aveva fatto infuriare i suoi annunciando che non avrebbe smobilitato l'insediamento di Ofra. L'inganno ideologico consiste nel pensare che il ministro che ha fatto la guerra di Gaza sia un post sionista, un appeaser alla stregua di altri laburisti quali Yossi Beilin e Avraham Burg.

    Barak è un “falco laico, altro che colomba” dice il professor Sprinzak. Non ha un linguaggio da politicante, ma altisonante di chi dice che “difenderemo ogni ebreo, ovunque si trovi”. Il Barak che fu prigioniero di Oslo e si umiliò davanti ad Arafat non esiste più. E allora, a Camp David, non si parlava di messianismo iraniano con le propaggini di Hamas ed Hezbollah. Noto per il suo umorismo sugli arabi, Barak è un nazionalista di sinistra molto simile all'Ariel Sharon uscito dal Likud, di quelli che si vedono nel Golan, fucile in spalla ma nessuna simpatia per chi vuole opprimere i palestinesi. Difficile dimenticarsi la volta in cui Barak disse che “nella destra estrema io sento una combinazione di profondo fatalismo, di ansietà diasporica e di messianismo, avvolti in una fiera retorica nazionalista.

    C'è in questo una grande contraddizione. Ma nelle emozioni, mi sento affine a loro”. Gli insediamenti non sono mai cresciuti tanto quanto sotto Barak, è il soldato più decorato della storia d'Israele, è ideologico sul tema dell'Olocausto come molti likudnik e ha un rapporto intimo con il sionismo, da figlio di due polacchi pionieri e intellettuali come quasi tutti i leader di destra. Per questo e altro potrebbe essere l'uomo giusto per Netanyahu, che deve tranquillizzare l'opinione pubblica internazionale ma lanciare anche un segnale forte ai nemici d'Israele. Nel 1972 i ruoli erano invertiti e fu Barak a guidare il soldato Netanyahu alla liberazione di un centinaio di ostaggi ebrei su un volo di linea belga. E' da allora che i due si rispettano. E assieme hanno sempre difeso al meglio Israele.