Jacko, una vita al luna park
Jackson era nella villa che aveva affittato a Holmby Hills, sulle colline di Los Angeles. All'inizio s'era detto che il fratello Randy l'aveva visto cadere all'improvviso a terra. Ascoltando la telefonata fatta al 911, il numero d'emergenza americano, si sente un uomo (non si sa bene chi) dire che l'unico testimone al momento del collasso è il medico personale, il quale aveva già provato a rianimarlo inutilmente.
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Giovedì 25 giugno, Ospedale Ucla Medical Center di Los Angeles, ore 12,21 (21,21 in Italia). Un'ambulanza porta Michael Jackson: il suo cuore non batte più già da qualche minuto. Per un'ora provano a rianimarlo, se riescono a tenerlo in vita resterà in coma vegetativo. Non ce la fanno, Michael Jackson muore.
Jackson era nella villa che aveva affittato a Holmby Hills, sulle colline di Los Angeles. All'inizio s'era detto che il fratello Randy l'aveva visto cadere all'improvviso a terra. Ascoltando la telefonata fatta al 911, il numero d'emergenza americano, si sente un uomo (non si sa bene chi) dire che l'unico testimone al momento del collasso è il medico personale, il quale aveva già provato a rianimarlo inutilmente. L'autopsia rivela che non è morto per infarto, ma quasi sicuramente per i troppi medicinali che prendeva. Le cause della morte si potranno sapere soltanto tra qualche settimana, dopo nuovi esami.
Michael Joseph Jackson, settimo di nove figli, nasce a Gary, Indiana, il 29 agosto 1958. Figlio di Katherine Scruse e di Joseph Walter Jackson. I fratelli: Rebbie, Jackie, Tito, Jermaine, La Toya, Marlon, Randy, Janet.
Nel 1964 Joseph Jackson, ex pugile, operaio in un'acciaieria e chitarrista mancato, scopre che tre dei suoi figli (Jackie, Tito e Jermaine) sono bravi a cantare e suonare. Formano un gruppetto, cui si aggiungono i più piccoli Marlon e Michael. Spesso aprono le serate nei club di striptease. Vincono un concorso, diventano i Jackson 5 e vengono scritturati dalla Motown Records, la casa discografica di Marvin Gaye, Stevie Wonder, Smokey Robinson & The Miracles, Diana Ross & The Supremes ecc.
L'album d'esordio: Diana Ross Presents the Jackson 5, del 1969. Contiene la canzone I want you back, che in breve raggiunge il primo posto della classifica statunitense Billboard, scavalcando pure Let It Be dei Beatles. Fino al 1976 pubblicano con la Motown tredici album, ma intanto Michael incide i suoi primi dischi da solista: Got to Be There (1972), Ben (1972), Music & Me (1973) e Forever, Michael (1975). Con questi vende circa 16 milioni di copie.
Il padre li picchia spesso e volentieri. Soprattutto li prende a cinghiate. Capita anche a Michael, quando per l'emozione e la paura dà di stomaco prima di salire sul palcoscenico.
La volta che Joseph entrò nella camera dove Michael stava dormendo e chissà per quale motivo comincia a urlare, strattonarlo e prenderlo a schiaffi. Da allora Michael ha sempre avuto incubi e difficoltà nel prendere sonno.
In quel periodo il padre se la spassa con le ammiratrici dei figli. Con una di loro, tale Cheryl Terrell, nel 1974 mette al mondo una bambina di nome Joh'Vonnie Jackson.
Nel 1976 i Jackson 5 si separano. Il fratello maggiore Jermaine ha sposato la figlia del presidente della Motown, il resto del gruppo passa alla Epic-Cbs, cambiano nome e diventano The Jacksons.
Ormai la carriera da solista di Michael è avviata. Nel 1978 è protagonista del film The Wiz, versione musicale del Mago di Oz. Diana Ross è Dorothy, lui fa lo spaventapasseri. Nel 1979 pubblica il disco Off The Wall. Inizia la collaborazione con Quincy Jones, suo nuovo manager.
Con Quincy Jones vive il momento più alto della sua carriera. Nel 1982 esce Thriller: secondo il Guinness dei Primati è l'album più venduto al mondo nella storia della musica (104 milioni di copie, tra album e singoli, fino al 2006). Le collaborazioni: Paul Mc- Cartney, Toto, Eddie Van Halen. Il video della canzone Thriller è un piccolo film diretto da John Landis. L'album è stato al primo posto della classifica Billboard per 37 settimane.
Il video dura quattordici minuti con colpo di scena finale. Jackson recita, balla e si trasforma in uomo lupo, zombie e mostro dagli occhi gialli. Trasmesso su Mtv tre settimane prima di Natale del 1983, per gli standard dei tempi era costato una cifra astronomica: 500 mila dollari. Secondo Wikipedia: «Il videoclip di Thriller è stato il primo video musicale ad avere una trama ed una coreografia. Prima di allora i video venivano svolti semplicemente per accompagnare la canzone ». Siccome a quei tempi Jackson era fervente testimone di Geova, all'inizio del video fece mettere la scritta: «Questo film non sostiene la fede nell'occulto».
Leggenda metropolitana: girando il video rischiò di diventare cieco a forza di portare le lenti a contatto gialle.
L'anno scorso il regista John Landis portò Jackson in tribunale accusandolo di non avergli pagato i diritti del videoclip per quattro anni.
Altra leggenda metropolitana: il numero di telefono di Michael Jackson si nasconde nel codice del prodotto universale (UPC) stampato sulla copertina del disco Thriller.
Dice il Sole-24 Ore (27/6) che nelle guerriglie del Centro America ribelli e soldati perquisivano sempre a turno i cadaveri dei caduti cercando nastri di Thriller.
Gli altri dischi: Bad (1987), Dangerous (1991), HIStory: Past, Present and Future (1995), Blood on the Dance Floor (1997), Invincible (2001).
Negli anni Ottanta va in giro portandosi dietro lo scimpanzè Bubbles. Adottato in una clinica specializzata nella ricerca sul cancro in Texas, il cantante lo veste con abiti del tutto uguali ai suoi, in albergo dormono nella stessa stanza. Dopo la nascita del terzogenito di Jackson, Bubbles diventa aggressivo e sono costretti a mandarlo via da casa. Quincy Jones racconta che Bubbles era molto più educato di tante persone di sua conoscenza: «L'ho visto addirittura in smoking a un matrimonio, e a tavola sapeva comportarsi benissimo».
Tra Thriller e Bad c'è We are the world (1985), scritta insieme a Lionel Richie. Cantano tutti i più importanti artisti americani del momento, tra cui Tina Turner, Bob Dylan, Bruce Springsteen, Paul Simon. I soldi raccolti dalla vendita del disco (circa 50 milioni di dollari) vengono devoluti alla popolazione dell'Etiopia, colpita da carestia. Inventa un nuovo passo di danza che si chiama Moonwalk: si sposta all'indietro dando l'impressione di camminare in avanti. Altro passo inventato: quello in cui s'inclina con tutto il corpo fino a un'angolazione di 45 gradi rispetto al pavimento. Riesce a farlo grazie a degli stivaletti da lui inventati (e brevettati).
Quando ricompare, nel 1987, con Bad tutti sono perplessi per il suo aspetto completamente diverso. La pelle è chiara, il naso piccolo, sul mento è comparsa una fossetta. Si dice che dorma in una camera iperbarica per sbiancarsi, che voglia diventare uguale a Diana Ross, che abbia chiesto in moglie Liz Taylor, che abbia comprato i resti di Joseph Merrick conosciuto col soprannome di Elephant Man per via delle sue deformità. I giornali lo chiamano “Wacko Jacko”, “Jacko il pazzo”.
Nel 1988 è protagonista del film Moonwalker (recitano con lui anche Joe Pesci e Sean Lennon). La trama: un certo Mister Big spaccia droga usando bambini, ma arriva Michael Jackson che dopo essersi trasformato in robot e cantato qualche canzone manda a monte i piani del malefico.
Durante uno degli ultimi concerti nel 2004 un fan disse di avergli visto saltare via il naso. Nelle foto mostrava una specie di protesi di plastica. Qualche settimana dopo si disse che il naso era stato ricostruito prelevando cartilagine da un orecchio.
«Secondo il suo chirurgo plastico, Michael Jackson si è fatto una nuova plastica. Hanno usato parti dell'orecchio per ricostruirgli il naso. Ora è sordo dalla narice sinistra» (David Letterman).
Nel 1988 acquista in California, vicino Santa Ynez, un terreno di 11 chilometri quadrati su cui fa costruire il ranch Neverland, spendendo 17 milioni di dollari. C'è uno zoo, una ruota panoramica, un trenino che gira tutto intorno, un cinema. Nel 2003 la proprietà è valutata 100 milioni di dollari.
Nel 1993 il tredicenne Jordan Chandler dice di essere stato a Neverland dove Jackson l'ha drogato, gli ha toccato il pisello, lo ha baciato eccetera. Durante il processo descrive le parti intime del cantante, che perciò viene sottoposto ad attente ispezioni. Per i medici ci sono forti somiglianze con le descrizioni del ragazzino. Alla fine si raggiunge un accordo economico: 20 milioni di dollari se Chandler ritira l'accusa. Dopo la storia, Jackson si ricovera per disintossicarsi dall'abuso di farmaci.
Nel 1994 la sorella La Toya si dice convinta che le accuse del ragazzino siano vere. «Non posso più rimanere zitta sui reati commessi da Michael su bambini piccoli e innocenti. È molto difficile per me, perché Michael è mio fratello e l'amo molto, ma non posso essere una muta collaboratrice dei suoi crimini. Mi sento addolorata per questi bambini che non hanno più vita. Ho visto assegni intestati ai genitori di questi bambini. Me li ha fatti vedere mia madre e le cifre sono consistenti, non si tratta certo di noccioline. Non vi sembra strano che un uomo di trentacinque anni trascorra trenta giorni insieme a un ragazzino o che stia con lui cinque giorni e cinque notti in una stanza senza mai uscire?». La smentita arriva anni dopo: è stato il marito ormai morto a spingerla verso quelle bugie, minacciandola di far vedere a tutti certi filmini hard.
«Ancora guai per Michael Jackson: lo ha denunciato anche il bambino che è in lui» (Jay Leno).
Il caso degli abusi si ripete una decina di anni più tardi, quando la polizia di Santa Barbara sequestra il Neverland Ranch e spedisce un mandato d'arresto per pedofilia. Jackson è accusato di aver abusato di Gavin Arvizo, malato di cancro spesso ospite in casa sua. Jackson viene processato nel 2005 e assolto in appello da tutti i capi d'accusa. Dopo il processo va a vivere per qualche tempo in Bahrein.
Nel documentario Living with Michael Jackson (2003) al giornalista britannico Martin Bashir confessa che spesso dorme nello stesso letto con i bambini ospiti del ranch: «È una cosa dolce. È un atto d'amore. Spesso cedo il mio letto ai bambini e dormo in un sacco a pelo, per terra. Ma se mi chiedono di unirmi a loro, perché non dovrei? Tutte le mie canzoni sono ispirate all'innocenza dei bimbi. Fosse per me, vivrei sempre circondato da loro». Nel filmato si vede Gavin Arvizo, che poi lo accuserà di molestie, appoggiare la testa sulla spalla di Jackson e stringergli la mano. Tra i bambini che hanno dormito con il cantante c'è anche il giovane attore Macaulay Culkin, che dice di non essere mai stato toccato.
Tom Sneddon è il procuratore distrettuale che rappresentò l'accusa nei due processi per pedofilia. Nel 1995, quando uscì il disco HIStory, Jackson scrisse una canzone per lui, cambiandogli un po' il nome (il brano s'intitola Dom Sheldon): «They wanna get my ass/ Dead or alive/ You know he really tried to take me/ Down by surprise/ I bet he missioned with the Cia/ He don't do half what he say/ Dom Sheldon is a cold man / He out shock in every single way/ He'll stop at nothing just to get his political say ecc.» («Vogliono il mio sedere/ Vivo o morto/ Sai che ha davvero cercato di prendermi/ A sorpresa/ Scommetto che è in missione per la Cia/ Non fa la metà di quello che dice/ Dom Sneddon è un uomo freddo / È sempre scioccante/ Non si fermerà davanti a nulla pur di affermare il suo credo politico…»). Liz Taylor è stata più volte a casa di Jackson insieme a tutti quei bambini: «Stavamo a letto a guardare programmi di Walt Disney. Non c'era nulla di anormale».
L'emittente americana E! Entertainment fece una specie di fiction sul processo: ogni sera facevano vedere con degli attori quello che era successo la mattina in aula. Michael Jackson era impersonato da un certo Edward Moss, sosia del cantante, un passato da cuoco di fast food. Prima della fiction aveva conosciuto Jackson: «Stavo facendo una performance davanti al Museo delle Cere di Hollywood quando, in mezzo alla gente, individuo due guardie del corpo di Jackson. A furia di studiare le sue immagini in tivù, ho imparato anche le loro facce. Mi tremano le gambe perché penso: lui è qui, stavolta mi rovina. Invece si è avvicinato e mi ha detto: “Sei proprio bravo”».
Il sosia ufficiale italiano di Michael Jackson si chiama Marco Ricci, 39 anni, romano, nella vita di tutti i giorni fa l'infermiere. Per diventare uguale al suo idolo s'è sottoposto a tredici inteventi di chirurgia estetica. Adesso che Jackson è morto, ha detto al Tg5, non sa cosa farà in futuro.
Nel 1993 si sposa con Lisa Marie Presley, figlia di Elvis. Si frequentano da tempo, Jackson le chiede la mano al termine di una telefonata disperata, nei giorni del processo per pedofilia: «Se ti chiedessi di sposarmi, lo faresti?». La cerimonia, segreta, a Santo Domingo. Per due mesi negano che sia mai avvenuta. Secondo i giornali tra i due non c'è sesso, la donna smentisce: «E' il matrimonio di una coppia sessualmente attiva ». Storia raccontata dal Sun: prima di sposarlo, Lisa Marie, piuttosto ardente, aveva preteso da lui una notte d'amore che era risultata poi a suo dire «selvaggia». Divorziano due anni dopo.
Tra le fidanzate, l'attrice Brooke Shields, che anni dopo rivelerà di essere rimasta vergine fino a 22 anni. Quando usciva con Jackson non ne aveva ancora 20.
Per qualche tempo Jackson ha frequentato anche Tatum, figlia di Ryan O'Neal, compagno di Farrah Fawcett morta di tumore lo stesso giorno che è morto Michael Jackson.
Nel 1997 sposa l'infermiera trentasettenne Debbie Rowe, conosciuta negli anni Ottanta in una clinica dermatologica dove va per curarsi la vitiligine che gli sbianca la pelle (secondo altri, ci va per farsi le operazioni di chirurgia estetica). Quando convolano a nozze, lei è incinta del primo loro figlio: Michael Joseph Jackson Jr., chiamato poi col soprannome “Prince”. Con lei a Parigi concepisce anche la secondogenita, Paris Michael Katherine Jackson (1998). La Rowe e Jackson divorziano nel 1999, lei affida i figli all'ex marito. Il terzo figlio, Prince Michael II (soprannominato “Blanket”, coperta) , nasce per inseminazione artificiale con una madre sconosciuta, nel 2002. A pochi giorni dalla nascita lo presenta ai suoi ammiratori facendolo penzolare dal balcone di un albergo, a Berlino. I bambini non si sa che facce abbiano: vanno in giro sempre con maschere sugli occhi.
Educato dalla madre come testimone di Geova, secondo le ultime notizie s'era convertito all'Islam da qualche mese: durante un pomeriggio in casa di amici a Los Angeles, ha pronunciato la dichiarazione di fede in Allah adottando il nome di Mikaeel e inginocchiandosi verso la Mecca. Il fratello Jermaine ha raccontato che l'interesse di Michael per l'Islam «risale al 1989». Quell'anno era stato lui a convertirsi, facendo il pellegrinaggio alla Mecca per riportargli poi «libri che lo spinsero a farmi molte domande alle quali risposi spiegando che è una fede pacifica e meravigliosa».
Fotografie e travestimenti: a Manama, in Bahrain, coperto dalla testa ai piedi con l'abaya, tradizionale abito nero delle donne musulmane. Un'altra volta, solo col volto coperto ma con scarpe dai tacchi a spillo. In una foto dell'anno scorso è su una sedia a rotelle, indosso i pantaloni del pigiama.
Pamela Anderson, avvistata a settembre alle sfilate londinesi, accanto aveva un uomo con una maschera bianca in viso. I tabloid sono certi che fosse Michael Jackson (giorni prima erano stati visti flirtare apertamente a Malibu, California).
Uno degli ultimi capi acquistati: una giacca Givenchy strutturata con maxi borchie oro su nero e maglia abbinata, presa dalla collezione donna.
Lo stilista Roberto Cavalli fece per lui delle giacche per il World Music Awards nel 2006: «Preparammo per lui tre look speciali. Alla fine scelse una giacca preziosissima, era bella e pazzesca. La sera del concerto arrivò in ritardo, salì sul palco ma non cantò neanche. Ballò e basta. A un certo punto andò sulla passerella in mezzo alla sala, si tolse la giacca e la tirò al pubblico. Ma come? Era così bella: il pubblico se la sbranò. Il giorno dopo gli dissi: Michael, va bene tutto ma in futuro non chiedermi più di prepararti giacche. E lui rise» (Paolo Giordano, il Giornale 27).
Qualche mese fa aveva annunciato i suoi ultimi concerti: dieci date a luglio, nell'arena O2 di Londra, poi forse un tour mondiale: «This is it. Questo è il sipario, saranno i miei ultimi concerti». Vista la grande richiesta di biglietti, i concerti londinesi per volere degli organizzatori (la Aeg Live controllata dal finanziere Phil Anschutz) erano diventati cinquanta. Si era arrabbiato: «Sono andato a letto che sapevo di dieci concerti, mi sono alzato e ne avevano organizzati cinquanta. Non so come farò ad affrontarli. Non sono un grande mangiatore, ho bisogno di mettere su qualche chilo».
Il cibo gli faceva un po' ribrezzo. In un'intervista degli anni Ottanta disse che sarebbe stato più felice se avesse potuto smettere di mangiare del tutto. Per i soliti tabloid si teneva in vita infilando le dita nelle prese della corrente.
Alberto Piccinini del Manifesto ricorda che a Kuala Lumpur un suo concerto fu vietato nel 1996 dalle autorità islamiche. Invece nelle Filippine un giorno 1.500 prigionieri di un carcere ballarono insieme in un video tutta Beat It.
Nel 1985 mette a segno uno dei suoi più grandi affari: per 47,5 milioni di dollari acquista i diritti di tutte le canzoni dei Beatles. Da quel giorno Paul Mc- Cartney non gli parlerà più, anche se avevano collaborato (McCartney aveva duettato con Jackson nel disco Thriller, Jackson aveva ricambiato nel disco di McCartney Pipes of Pace, 1983). Il valore attuale del catalogo supera il miliardo di dollari (Jackson era in partnership con la Sony/ATV).
Si calcola che dal 1980 abbia guadagnato circa 700 milioni di dollari solo dalle canzoni e dai concerti. Ha speso tutto e i suoi debiti sono stimati tra i 400 e i 500 milioni di dollari. Eppure chi lo conosce dice che non fosse preoccupato per le questioni finanziarie.
Il suo ranch Neverland, dove aveva circa 150 dipendenti, costava svariati milioni di dollari di mantenimento ogni anno. Lo scorso anno stavano per pignorarlo per 24,5 milioni di dollari di debiti. Quella volta Neverland era stato salvato grazie all'intervento della società immobiliare Colony Capital. Jackson aveva promesso che mettendo all'asta alcuni oggetti del ranch avrebbe pagato parte dei debiti. Era tutto fissato per il 22 aprile, incassi stimati: 20 milioni di dollari. Tra gli oggetti in vendita: il guanto, tempestato di cristalli Swarovski, usato nel video della canzone Billie Jean (10-15 mila dollari); una giacca da divisa del 1984; una riproduzione di una seduta da giardino in stile inglese; una singolare macchina per il caffè; un ritratto del 1995 della popstar in costume elisabettiano; un quadro con personaggi dell'arte, della storia e del cinema che indossano i suoi occhiali. Alla fine è saltato tutto perché Jackson voleva rivedere l'elenco degli oggetti da mettere in vendita.
Quattro milioni di lire: la cifra che secondo un tribunale italiano Michael Jackson avrebbe dovuto dare ad Al Bano per aver plagiato con Will you be there la sua canzone I cigni di Balaka, nel 1993. La difesa cercò di dimostrare che anche Al Bano s'era ispirato a una melodia popolare indiana. Il cantante italiano dice che alla fine Jackson pagò le spese del processo e insieme decisero di organizzare un concerto di beneficenza a Verona, poi saltato per le accuse di pedofilia.
Il maggior creditore di Jackson è Barclays: 300 milioni di dollari.
Con la Sony negoziò un vantaggioso accordo sui diritti, dai quali ha finora guadagnato 300 milioni di dollari.
Dei concerti londinesi erano stati venduti 750 mila biglietti, per 85 milioni di dollari, con altri incassi in arrivo e 30 milioni già spesi per l'allestimento. Randy Phillips, chief executive di Aeg Live, fa sapere che i concerti erano assicurati, ma che è necessario attendere il verdetto del coroner (serviranno svariati giorni) per sapere cosa faranno le compagnie assicurative. Dal nuovo tour Jackson avrebbe intascato almeno 400 milioni di dollari. Marco Valsania (Sole- 24 Ore 27/6): «Un previsto successo che ora potrebbe trasformarsi in un incubo per la Aeg, dal rimborso dei biglietti a possibili code in tribunale per recuperare fondi dal patrimonio di Jackson. O da quel che ne resta. Molto, secondo le compagnie di assicurazione, dipenderà dalle cause ufficiali del decesso».
Randy Taraborrelli, biografo e conoscente di lunga data di Jackson: «Molti erano preoccupati per le cinquanta date. Si sapeva che avrebbe avuto problemi a farle. Non ce la faresti nemmeno se ti chiamassi Madonna».
Lo stilista Andre Van Pier, ingaggiato per disegnare i vestiti dei prossimi concerti londinesi, aveva pensato ad abiti molto classici tra cui un frac dalle code così lunghe da toccare il pavimento.
Il Foxbury Manor, castello del XVIII secolo nel Kent che Jackson avrebbe voluto affittare come residenza durante il periodo dei concerti londinesi. Ventotto stanze da letto e un ampio parco che sarebbero costati circa un milione e 100 mila euro. Il contratto è sfumato all'ultimo minuto. Motivo: troppi accessi da controllare, dice la security; leggende di fantasmi che spaventano Jackson, secondo i tabloid.
Lo scorso anno in un hotel di Londra si fece portare contenitori pieni di caramelle Haribo, uno specchio gigante e uno xilofono. «La cosa più strana - commentò un dipendente dell'albergo - è che gli oggetti erano tutti per lui e non per i suoi figli».
Secondo Antonio Rebuzzi, docente di cardiologia all'università Cattolica del Sacro Cuore, Michael Jackson potrebbe essere morto anche per colpa delle operazioni di chirurgia plastica, cioè per quella “sindrome di Peter Pan” che lo spingeva a voler restare giovane: «Sottoporsi continuamente ad interventi, varcare ripetutamente le porte della sala operatoria finisce per danneggiare il cuore, complici le molteplici anestesie».
Tarak Ben Ammar, che fu manager di Jackson durante una tourneé mondiale alla fine degli anni Novanta, accusa i medici «criminali che l'hanno seguito nel corso di tutta la sua carriera, che gli hanno distrutto il visago, e gli hanno prescritto delle medicine per alleviare il dolore. Non poteva più dormire senza i sonniferi. Era un ipocondriaco e non si saprà mai se si era ammalato per colpa di medici ciarlatani che vivevano di questa malattia, fatturando migliaia di dollari di medicine e di vitamine. È morto di crisi cardiaca perché prendeva tutte queste medicine, non ha mai voluto drogarsi. Mangiava male, non aveva una vita sana, non poteva fare sport».
Il suo stato di salute è sempre stato un mistero. I giornali nei mesi scorsi hanno parlato di una malattia grave per colpa della quale era quasi cieco a un occhio, parlava a stento e aveva bisogno urgente di un trapianto di polmone. Poi è stato annunciato un tumore alla pelle (versione dei tabloid: di notte emanava luce). Non si sa se sia reale la vitiligine che diceva di avere, qualcuno sostiene che negli anni Ottanta si fosse ammalato di lupus eritematoso.
Annuncio dell'anno scorso: «La sua pelle si squama come quella di un serpente».
A fasi alterne sviluppava dipendenza dagli antidolorifici. La prima volta nel 1984, dopo un incidente capitatogli mentre girava uno spot per la Pepsi Cola. Un faretto della scenografia scoppiò vicino alla testa e lo ustionò all'attaccatura dei capelli (che infatti lì diventarono più radi). Di nuovo dipendente dai farmaci nel periodo del primo processo per pedofilia (1993), poi anche nel secondo (2005). In quest'ultima occasione uno dei suoi biografi, che lo conosceva da parecchi anni, dice che Jackson era talmente intontito dai farmaci che forse non si rese neppure conto di essere stato scagionato dalle accuse.
I famigliari, attraverso il loro portavoce Brian Oxman, accusano i medici che lo avevano in cura: "Lo hanno manipolato". Jackson stava curando i dolori legati a una vecchia caduta in un concerto che gli aveva causato la frattura di un braccio e problemi alla schiena. Forse l'arresto cardiaco è stato causato da un'iniezione di antidolorifici (Demerol). C'è stata l'autopsia, si attendono i risultati, è stata sequestrata l'auto del suo medico personale. Oxman insiste: «Avevo avvertito tutti che, un giorno o l'altro, sarebbe stato trovato morto. Non voglio puntare il dito contro nessuno, perché voglio aspettare il referto degli esami tossicologici e quello che dirà il medico legale, ma il punto è che aveva questi medicinali, pur regolarmente prescritti, a disposizione in ogni momento».
Conrad Murray, cardiologo e medico personale di Jackson, scomparso dopo la morte del cantante e poi ritrovato. È in difficoltà finanziarie da anni: il suo studio nel Nevada, il Global Cardiovascular Associates, ha registrato una perdita di 400 mila dollari. Il dottor Murray è coinvolto in almeno due processi e numerosi controlli fiscali.
Adesso che è morto, i figli potrebbero essere affidati alla sua seconda moglie, Debbie Rowe.
La volta che Beppe Grillo disse: «Gli auguro di diventare bianco, che al governo vadano i negri, così gli fanno un culo così».
Commento di Barack Obama: «Un'icona della musica, la cui vita ha avuto aspetti tristi e tragici».
Madonna: «Non riesco a smettere di piangere: ho sempre ammirato Michael Jackson».
Andrew Morton, autore di un'autobiografia non autorizzata di Madonna racconta di come la cantante provò a sedurre Jackson: «Erano sul divano a casa di lui e lei cercava di insegnarli le mosse. Jackson estrasse la lingua per un secondo, quando si toccarono iniziò a ridacchiare. Non accadde nulla perché lui rideva troppo».
Elton John ha appreso la notizia mentre era impegnato in un concerto. Gli ha dedicato Don't let the sun go down on me.
Liz Taylor è «troppo devastata per fare una dichiarazione», per Sophia Loren «il mondo ha perso un'icona, ha dato al mondo un tesoro con le sue canzoni. Spero che troverà la pace che merita dopo tante sofferenze». Per l'ex moglie Lisa Maria Presley «è stata una tragica perdita». Per il neo ministro francese della Cultura, Frederic Mitterrand, «tutti abbiamo un po' di Michael Jackson dentro di noi».
Steven Spielberg: «Come non ci saranno mai più altri Fred Astaire o Elvis Presley così non ci sarà mai più qualcuno paragonabile a Michael Jackson. Il suo talento, la sua meraviglia e il suo mistero ne facevano una leggenda». John Malkovich: «Era un fantastico performer, di grande talento. E ovviamente un uomo molto solo».
L'Osservatore Romano commenta la sua morte con un articolo intitolato: «Ma sarà morto davvero?»: «Con Thriller Jackson ha toccato i vertici della sua creatività. Sarebbe stato difficile mantenere un livello artistico paragonabile, ma sta di fatto che da quel momento la sua parabola musicale è stata calante, mentre la popolarità è rimasta grandissima. Non sempre, purtroppo, per motivi artistici. Sono infatti ben note le sue vicissitudini giudiziarie seguite alle accuse di pedofilia. Ma nessuna imputazione, pur così grave e vergognosa, è stata sufficiente a scalfire il suo mito tra i milioni di fan sparsi in tutto il mondo. Ne sono prova le reazioni emotive suscitate dalla notizia della sua morte. Notizia a cui molti non crederanno. E forse qualcuno a Memphis l'ha già visto».
Appena diffusa la notizia della morte su Twitter s'è registrato un flusso di 5 mila messaggi al minuto, su Facebook nell'ora successiva al decesso il ritmo di aggiornamento degli “stati” da parte degli utenti è stato il triplo di quanto avvenga di norma in quelle ore. Secondo la società Akamai, che opera nel campo della gestione del traffico di rete, nelle ore interessate dal diffondersi della notizia il traffico Internet degli Stati Uniti è cresciuto del 20%. Il Los Angeles Times ha registrato un forte rallentamento del proprio sito che ha avuto 2,3 milioni di utenti. America on Line ha confermato forti incrementi di traffico sui propri sistemi di messaggistica.
Gli ammiratori hanno cominciato a cercare su Internet tracce dell'album annunciato da due anni ma mai uscito, che avrebbe dovuto intitolarsi Xcape. In rete circolano già alcuni pezzi: Let me go, Someone put your hand put, Shout, Gangsta (no friend of mine), Biggerman, Ride with me. Importanti le collaborazioni. Alla notizia della morte anche Lenny Kravitz su Twitter ha ammesso di aver collaborato con Jackson a una canzone ancora inedita: «Quel giorno abbiamo riso tantissimo». Sicuramente nei prossimi mesi usciranno cofanetti e album inediti.
"Avere amici è difficile. A volte esco da solo di notte sperando di incontrare qualcuno con cui parlare" (Michael Jackson, 2003).
(a cura di Daria Egidi - Nella prima foto, la copertina di Newsweek dedicata alla morte di Jackson)
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