Non volevate l'intelligence al lavoro?

Redazione

Con l'atteggiamento di questi giorni, i ministri europei svelano gli equivoci di fondo della loro personale idea di lotta al terrorismo. Quando si tratta di affrontare una guerra lunga e sanguinosa come quella contro Saddam o al Qaida in Iraq e in Afghanistan, invocano il lavoro di intelligence; quando l'intelligence lavora, esigono scuse e giustificazioni scenografiche.

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    Quattro governi europei hanno chiesto spiegazioni per l'omicidio di Mahmoud al Mabhouh, il terrorista di Hamas assassinato alla fine di gennaio all'Hotel Rotana di Dubai. Al-Mabhouh era il comandante delle brigate Izz ad Din al Qassam: in vita, è stato l'autore di attentati clamorosi a Gerusalemme e nella Striscia di Gaza, compresa l'uccisione di due soldati israeliani, Avi Sasportas and Ilan Saadon, rapiti e giustiziati nel 1989. Negli ultimi anni, era diventato l'ufficiale di liaison fra i soldati di Hamas e il governo iraniano, che rifornisce di armi le milizie più pericolose del medio oriente, dal Libano allo Yemen passando per la Palestina. Il copione della morte non è meno interessante.

    Secondo le ricostruzioni, l'omicidio è stato eseguito da una squadra esperta composta da undici persone che potevano contare su passaporti contraffatti, informazioni riservate e coperture internazionali. Hanno intercettato al Mabhouh all'aeroporto di Damasco e lo hanno seguito sino a Dubai, mostrando documenti falsi di persone che esistono davvero, cittadini inglesi, tedeschi e irlandesi che, in quel momento, erano lontani migliaia di chilometri. Hanno raggiunto il terrorista, hanno studiato i suoi movimenti, lo hanno ucciso: una piccola, tremenda micro guerra mediorientale tra i muri di una stanza d'albergo. Quando la polizia di Dubai si è accorta che al Mabhouh non era morto per cause naturali, il commando era già svanito nel nulla. Gli analisti dicono che è un'operazione di intelligence senza sbavature. Per questo, i primi sospetti sono caduti sul Mossad, il servizio segreto israeliano. Il governo di Gerusalemme, com'è nel suo stile, non ha confermato né smentito eventuali responsabilità.

    Nei giorni scorsi, i ministri degli Esteri dell'Unione europea hanno condannato con durezza l'omicidio di al Mabhouh. Il segretario britannico, David Miliband, ha espresso il proprio disappunto durante un incontro di stato con il collega israeliano, Avigdor Lieberman, e i governi di Germania, Francia e Irlanda sono sulla stessa linea, così come il commissario europeo per gli Affari esteri, Catherine Ashton. Con questo atteggiamento, i ministri europei svelano gli equivoci di fondo della loro personale idea di lotta al terrorismo. Quando si tratta di affrontare una guerra lunga e sanguinosa come quella contro Saddam o al Qaida in Iraq e in Afghanistan, invocano il lavoro di intelligence; quando l'intelligence lavora, esigono scuse e giustificazioni scenografiche.

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