“Tzèvan adòm” a Sderot

Razzi, armi e scelta dei tempi. Hamas si prepara a una nuova guerra

Redazione

Nelle strade semideserte di Sderot risuona sempre più spesso la voce meccanica che scandisce “tzèvah adòm”, allarme rosso, missili in arrivo da Gaza. Nel mese di marzo sono stati almeno 35 i razzi Qassam caduti qui o nelle altre comunità del sud d'Israele, mentre nella zona si registravano i più sanguinosi combattimenti tra israeliani e palestinesi dai giorni di “Piombo fuso”, l'operazione contro Hamas dell'inverno 2008-2009. Per gli abitanti della piccola città operaia di Sderot la situazione è relativamente tranquilla, se paragonata con le migliaia di razzi che piovvero per anni prima del conflitto, ma molti temono una nuova guerra.

    Nelle strade semideserte di Sderot risuona sempre più spesso la voce meccanica che scandisce “tzèvah adòm”, allarme rosso, missili in arrivo da Gaza. Nel mese di marzo sono stati almeno 35 i razzi Qassam caduti qui o nelle altre comunità del sud d'Israele, mentre nella zona si registravano i più sanguinosi combattimenti tra israeliani e palestinesi dai giorni di “Piombo fuso”, l'operazione contro Hamas dell'inverno 2008-2009. Per gli abitanti della piccola città operaia di Sderot la situazione è relativamente tranquilla, se paragonata con le migliaia di razzi che piovvero per anni prima del conflitto, ma molti temono una nuova guerra.

    La nuova ondata di attacchi da parte di Hamas coincide con il protrarsi della crisi diplomatica tra Israele e i suoi alleati americani ed europei. Nella notte tra giovedì e venerdì l'aviazione israeliana, rispondendo all'ultimo lancio di razzi, ha bombardato senza fare vittime presunte fabbriche di armi in tutta la Striscia. La settimana scorsa, due soldati israeliani sono rimasti uccisi in un conflitto a fuoco:  l'attacco ha rappresentato una svolta: gli uomini di Hamas sono scesi nelle strade a festeggiare e il movimento, per la prima volta da “Piombo fuso”, ha rivendicato l'azione. Sorpreso anche il ministro della Difesa, Ehud Barak: “Eravamo abituati a veder sparare piccoli gruppuscoli mentre Hamas cercava di calmare le cose. Ora forse stanno allentando il controllo, e se ciò fosse vero ci saranno conseguenze anche per Hamas”, ha ammonito. Ma il governo israeliano sa di non avere le mani completamente libere: un conflitto a Gaza sarebbe un altro colpo per le traballanti relazioni dello stato ebraico con Stati Uniti ed Europa. Hamas si prepara: giovedì, la polizia egiziana ha annunciato di aver intercettato nel Sinai decine di missili terra-aria e anticarro destinati ad armare Gaza.