Origliare stanca

Redazione

Il mondo del calcio, già particolarmente rissoso in Italia, è stato messo in tensione dalla propalazione di intercettazioni di telefonate private, a quanto pare prive di connotazioni penali o disciplinari, tra dirigenti di società sportive e arbitri. E' comprensibile che la difesa degli imputati nel processo napoletano a “Calciopoli” punti a fare di tutte le erbe un fascio, con l'obiettivo di far prevalere la tesi secondo cui, se tutti sono colpevoli, tutti sono innocenti. Non è invece ragionevole che si registrino telefonate a tappeto e che poi le si renda pubbliche, in un modo o nell'altro.

    Il mondo del calcio, già particolarmente rissoso in Italia, è stato messo in tensione dalla propalazione di intercettazioni di telefonate private, a quanto pare prive di connotazioni penali o disciplinari, tra dirigenti di società sportive e arbitri. E' comprensibile che la difesa degli imputati nel processo napoletano a “Calciopoli” punti a fare di tutte le erbe un fascio, con l'obiettivo di far prevalere la tesi secondo cui, se tutti sono colpevoli, tutti sono innocenti. Non è invece ragionevole che si registrino telefonate a tappeto e che poi le si renda pubbliche, in un modo o nell'altro. In questo caso non c'entra la politica, il che rende difficile sostenere che sono i potenti a voler insabbiare le inchieste per sottrarsi al controllo di legalità esercitato, com'è noto con largo ricorso a criteri più che arbitrari, da parte della magistratura. A che serve rinfocolare polemiche sugli scudetti assegnati anni fa, accentuare il clima esasperato delle contrapposizioni “sportive” che finisce con l'alimentare la violenza delle tifoserie contrapposte? Stralciare qualche frase da una conversazione permette sempre di attribuirle significati ambigui, che poi vengono enfatizzati dai media.

    L'elementare diritto di parlare senza essere spiati
    viene considerato dai giustizialisti un privilegio, perché nella loro concezione punitiva tutti sono colpevoli fino a prova contraria. A forza di abusi l'intercettazione viene considerata un fatto normale e la riservatezza un'eccezione, capovolgendo i più elementari principi di garanzia della Costituzione, che viene regolarmente presa a pretesto per lamentare aggressioni alla magistratura, dimenticando che in primo luogo contiene i diritti e le libertà dei cittadini, metodicamente violate. E' necessario provvedere a una limitazione dell'abuso delle intercettazioni, rendendole possibili per perseguire reati veri e impedendone la propalazione al di fuori dell'uso strettamente giudiziario: come capita in tutti i paesi civili. Se è così evidente in un “gioco” come quello del calcio, dovrebbe essere ancora più chiaro per il resto della vita.