Così i Tory sono diventati gli “United Colors of Cameron”
Oggi il Regno Unito va alle urne e nei sondaggi è tornato forte il partito che storicamente ha vinto più elezioni e passato più anni al governo di qualsiasi partito democratico al mondo: i Tory. In passato votare per i conservatori voleva dire votare per un maschio, bianco, di mezz'età, sposato, idealmente “ex public school” (cioè rampollo di uno dei migliori college).
Oggi il Regno Unito va alle urne e nei sondaggi è tornato forte il partito che storicamente ha vinto più elezioni e passato più anni al governo di qualsiasi partito democratico al mondo: i Tory. In passato votare per i conservatori voleva dire votare per un maschio, bianco, di mezz'età, sposato, idealmente “ex public school” (cioè rampollo di uno dei migliori college). Negli ultimi quattro anni, il giovane leader David Cameron ha fatto di tutto per cambiare questo cliché, creando una compagine “arcobaleno”, fatta di candidati di ogni etnia, stato sociale, orientamento sessuale e condizione anagrafica.
L'ironia della sorte è che Cameron è il primo leader del Tory dagli anni Sessanta a essere conforme ai criteri antichi (di Eton, sposato con una donna aristocratica) e non un esponente della piccola borghesia in grintosa ascesa come Ted Heath, Margaret Thatcher, John Major, William Hague o Michael Howard. Su suggerimento del suo spin doctor Steve Hilton, Cameron ha cercato di trasformare l'elenco dei candidati alle elezioni di oggi in una specie di “checklist” del politically correct. Ha fatto così arrabbiare la vecchia guardia, ma si è guadagnato il riluttante rispetto dei salotti liberal della capitale. Attraverso i comitati di selezione di partito nelle circoscrizioni, Cameron e Hilton hanno cercato di suggerire – o persino di imporre – donne al posto di uomini, gay al posto di etero, candidati di ogni colore etnico al posto del vecchio caucasico autoctono. Il leader dei conservatori si è ispirato al suo modello politico, Tony Blair, che si era fatto fotografare nel 1997 con le sue cento e passa “Blair's Babes”, le donne deputate che davano molto il senso di novità. Oggi per lui alcuni parlano di “United Colors of Cameron”.
Nella multiculturale metropoli londinese ci sono quasi piu candidati tory “etnici” che non tra i laburisti; spicca il quasi quarantenne Shaun Bailey, un ex gangster di quartiere di origine caraibica, diventato un “community youth leader”: Ray Ban a specchio, vestiti casual, accento e maniere decisamente “street”. Poi c'è George Lee, nato in un ex porcile a Hong Kong, diventato poliziotto della Met londinese: potrebbe essere il primo cinese nella storia di Westminster, per il borgo di Camden. Con qualche remora, il destrorso Daily Mail ha battezzato i 44 candidati in seggi sicuri (ad alto impatto conservatore) “The Obama Army”: attualmente a Westminster ci sono il miliardario Adam Afriyie e la ministra asiatica Shailesh Vara. A Stratford on Avon, culla di Shakespeare, è quasi garantito che il prossimo deputato sarà l'iracheno Nadhim Zahawi.
Nel “South West” c'è il mitico “black farmer” che vende i suoi prodotti agricoli online, Wilfred Emmanuel-Jones. Ci saranno almeno 80 donne fra gli scranni conservatori, di cui molte asiatiche; in contrasto con il declino del cristianesimo fra i politici britannici, ci sono molti deputati islamici – soprattutto conservatori – che faranno il loro giuramento di fedeltà alla Corona e alle istituzioni democratiche sul Corano e non più sulla Bibbia. Come molti sondaggi hanno dimostrato, le minoranze etniche non hanno più motivo di votare a sinistra. Anche la variopinta comunità gay indica “Dave” Cameron come il proprio beniamino, persino piu del leader Lib-Dem Nick Clegg. Sono almeno una ventina i candidati omosessuali che fanno parte del manifesto ideale “United Colors of Cameron”.
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