Valzer con Mahmoud

Ahmadinejad è in visita al suo feudo libanese e Unifil gli fa da palo

Redazione

E' realmente “storica” la visita di Mahmoud Ahmadinejad in Libano, tra due ali di migliaia di sostenitori hezbollah che lanciavano fiori, sventolavano bandiere iraniane e salmodiavano in farsi. Non soltanto perché “il presidente iraniano è arrivato in Libano come un signorotto feudale che fa visita ai suoi vassalli”.

    E' realmente “storica” la visita di Mahmoud Ahmadinejad in Libano, tra due ali di migliaia di sostenitori hezbollah che lanciavano fiori, sventolavano bandiere iraniane e salmodiavano in farsi. Non soltanto perché “il presidente iraniano è arrivato in Libano come un signorotto feudale che fa visita ai suoi vassalli”, come ha efficacemente denunciato Israele. E' un viaggio che segnerà uno spartiacque in tutta la crisi mediorientale perché Ahmadinejad verrà incontrato e omaggiato a Beirut non solo dallo sheikh Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, non soltanto dal presidente libanese Michel Suleiman, ma anche dal premier turco Recep Tayyp Erdogan e forse dal siriano Bashar el Assad.

    Erdogan e al Assad raggiungeranno venerdì Ahmadinejad a Beirut per un vertice e per dimostrare plasticamente che l'Iran non è affatto isolato – anzi – quando minaccia di distruggere Israele e quando ribadisce che la “provincia” libanese “è il confine dell'Iran con l'entità sionista” ed è quindi sotto il suo controllo politico e militare. La novità dell'appoggio della Turchia di Erdogan (paese membro della Nato) al peggiore oltranzismo iraniano (che è altra cosa, rispetto alla pur grottesca mediazione sul nucleare tentata da Erdogan e Lula) è così lampante, l'accelerazione verso una escalation aggressiva contro Israele etero diretta da Teheran è così evidente, che tutti i partiti della coalizione “14 marzo” hanno protestato – inutilmente – contro “un tentativo di considerare il Libano come una base iraniana nel Mediterraneo”.

    Ahmadinejad si recherà al confine con Israele per testimoniare da presso la sua volontà di distruggere “l'entità sionista” davanti a una folla entusiasta. A fare da palo, i più di tremila soldati Unifil, la cui missione di pacificazione e disarmo del sud del Libano è addirittura ridicolizzata dalla provocazione del presidente iraniano. Mentre Washington e le cancellerie europee dovranno infine prendere atto dei risultati fallimentari della piena apertura di fiducia da loro concessa da due anni a un Bashar al Assad, oggi sempre più stretto e fedele alleato dell'Iran.