I pacchi bomba alle ambasciate a Roma
Intorno alle 14 un pacco bomba è esploso in uno dei saloni dell'ambasciata del Cile in via Po a Roma, provocando il ferimento di una persona. Poche ore prima, una busta esplosiva recapitata presso l'ambasciata svizzera a Roma aveva provocato il ferimento di un addetto della sede diplomatica. Rientrato l'allarme all'ambasciata ucraina.
Un plico sospetto è stato recapitato all'ambasciata Ucraina in via Guido D'Arezzo a Roma. Gli artificieri dei carabinieri che hanno verificato il contenuto del pacco, hanno riscontrato l'assenza di pericolosità: il plico sospetto conteneva solo un semplice biglietto di auguri.
Intorno alle 14 un pacco bomba è esploso in uno dei saloni dell'ambasciata del Cile in via Po a Roma, provocando il ferimento di una persona. Poche ore prima, una busta esplosiva recapitata presso l'ambasciata svizzera a Roma aveva provocato il ferimento di un addetto della sede diplomatica.
All'addetto dell'ambasciata (cittadinanza svizzera, 53 anni) che ha aperto il plico esplosivo questa mattina sono state riscontrate profonde ferite alle mani. Lo svizzero non rischia la vita, ma sarà probabilmente necessaria quanto meno una operazione e l'uomo potrebbe rischiare la parziale amputazione dell'arto più lesionato, il sinistro.
Secondo l'agenzia Adnkronos gli inquirenti stanno puntando sugli ambienti dell'anarchismo di matrice ecoterroristica. La Svizzera è finita in passato nel mirino degli anarchico-ecologisti e dei fondamentalisti islamici: proprio davanti all'ambasciata elvetica a Roma in cui è esploso il pacco-bomba, il 5 ottobre era stato trovato un ordigno incendiario. Era vicino al muro di cinta e non esplose, ma conteneva il messaggio "Costa, Silvia e Billy liberi". Si tratta dei tre anarchici attivi nelle lotte ecologiste radicali, arrestati ad aprile vicino Zurigo con l'accusa di progettare un attentato contro la succursale di una multinazionale.
Uscendo dall'ambasciata svizzera, dove questa mattina è esploso un plico, il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha dichiarato che quanto avvenuto "non c'entra nulla con altri allarmi o falsi allarmi a Roma". Il sindaco ha fatto esplicito riferimento al "falso allarme" di questa mattina in Campidoglio. "Gli inquirenti - ha proseguito il sindaco – stanno valutando piste internazionali". Alemanno si è recato all'ambasciata per esprimere solidarietà all'ambasciatore svizzero Bernardino Regazzoni: quest'ultimo ha ringraziato il primo cittadino di Roma per la tempestività dell'intervento della polizia e del soccorso sanitario.


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