Campagna di al Qaida per riprendersi la scena. Si comincia dal Marocco

Redazione

Almeno quindici morti e decine di feriti è il bilancio dell'attentato che ieri mattina alle 11.50 ha sventrato l'Argana café, nella centralissima piazza Jamaa al Fna a Marrakech. In prima battuta la versione ufficiale delle autorità marocchine riferiva di una “esplosione accidentale di bombole a gas del ristorante”, ma poco dopo Khalid Naciri, ministro portavoce del governo, ha ammesso: “E' un attentato; per circa un'ora abbiamo lavorato sull'ipotesi di un incidente; ma i primi risultati delle indagini hanno confermato che abbiamo a che fare con un vero atto criminale”.

    Almeno quindici morti e decine di feriti è il bilancio dell'attentato che ieri mattina alle 11.50 ha sventrato l'Argana café, nella centralissima piazza Jamaa al Fna a Marrakech. In prima battuta la versione ufficiale delle autorità marocchine riferiva di una “esplosione accidentale di bombole a gas del ristorante”, ma poco dopo Khalid Naciri, ministro portavoce del governo, ha ammesso: “E' un attentato; per circa un'ora abbiamo lavorato sull'ipotesi di un incidente; ma i primi risultati delle indagini hanno confermato che abbiamo a che fare con un vero atto criminale”. Discordanti le prime versioni delle meccanica dei fatti da parte dei testimoni scampati alla strage: secondo alcuni, “il kamikaze ha ordinato un'aranciata e pochi minuti dopo si è fatto saltare in aria”; ma secondo un altro testimone, citato dalle radio marocchine, “una persona avrebbe lasciato una valigia all'interno del locale prima di allontanarsi”. Secondo la ricostruzione iniziale degli inquirenti, l'esplosivo, che ha causato una deflagrazione devastante che ha maciullato alcuni corpi, sarebbe stato contenuto in quattro bombole, avvolte in frammenti di ferro, valutazione confermata da una fonte ospedaliera che ha riferito: “Abbiamo trovato chiodi e pezzi di ferro nei corpi”.

    La maggior parte dei morti sarebbero turisti
    e solo tre paiono essere marocchini, proporzione che spiega anche la scelta dell'obiettivo dei terroristi che da sempre in Marocco puntano a fare strage di “infedeli”. Il café Argana, infatti, è al centro della Medina, la città storica, e campeggia sulla bella piazza Jamaa al Fna (“Raduno dei morti”, probabilmente perché vi si tenevano le esecuzioni capitali), su cui si allungano i banchi del suq e in cui a partire da poco prima del tramonto si riversano decine di carretti spinti a braccia con fornelli a legna. E' quindi meta preferita e ammirata da folle di turisti, attratte da una atmosfera dal fascino unico (la Medina di Marrakech è stata proclamata “capolavoro dell'umanità” dall'Unesco). Dunque, piena continuità con gli obiettivi scelti con gli attentati del 16 maggio 2003 a Casablanca (l'hotel Safir, il ristorante “Casa de España”, il consolato belga e due obiettivi ebraici) che provocarono 24 morti, con quello del 12 marzo 2007, sempre a Casablanca contro un Internet café (morto solo il kamikaze Abdelfattah Raydi), mentre l'11 aprile 2007 tre kamikaze furono intercettati, sempre a Casablanca, dalle forze di sicurezza e morirono nello scontro – tra loro Mohammed Mentala, mente dell'attentato del 2003. Non vi è ancora una rivendicazione dell'ultima strage, ma è probabile che sia opera del Groupe Islamique Combattant Marocain (Gicm), componente di al Qaida del Maghreb, formato da mujaheddin reduci dalla guerra in Afghanistan, la cui emanazione spagnola portò a termine la strage con 191 vittime della stazione di Atocha a Madrid l'11 marzo del 2004. Il terrorismo islamico è dunque endemico in Marocco ed evidentemente non è stata sufficiente la forte pressione delle forze di sicurezza che pure il 5 gennaio scorso, con un blitz, hanno arrestato i 27 componenti di una cellula a Amghala. L'attentato del ristorante Argana segnala la scelta di al Qaida di farsi sentire in un paese interessato da quella rivolta araba che marginalizza la sua presenza – quantomeno dal punto di vista mediatico – da mesi.