I servizi segreti di Angela Merkel sono i più fighi del mondo
L'ultimo scoop del giornalista pachistano Ahmed Rashid sul Financial Times è la descrizione dei negoziati tra americani e talebani in un paesino vicino Monaco di Baviera e rafforza ancora una volta il concetto: i servizi segreti di Berlino sono coinvolti direttamente nei dossier di geopolitica più pericolosi e stanno facendo un lavoro formidabile.
L'ultimo scoop del giornalista pachistano Ahmed Rashid sul Financial Times è la descrizione dei negoziati tra americani e talebani in un paesino vicino Monaco di Baviera e rafforza ancora una volta il concetto: i servizi segreti di Berlino sono coinvolti direttamente nei dossier di geopolitica più pericolosi e stanno facendo un lavoro formidabile.
Talebani di Baviera. Rashid scrive che tutto è cominciato lo scorso 28 novembre, con undici ore di negoziati diretti su suolo bavarese tra americani, talebani, tedeschi ed emissari del Qatar – che i talebani considerano un paese arabo neutrale rispetto agli altri. Il secondo incontro è stato a Doha e il terzo, il 7 e l'8 maggio, di nuovo in Germania. Sebbene i colloqui siano diretti da un diplomatico, il Bundesnachrichtendienst (Bnd) sta giocando un ruolo enorme. Non c'è soltanto l'incubo logistico di spostare delegazioni talebane tra due continenti, c'è da considerare il problema che ha fatto fallire tutti i tentativi di negoziato precedenti: trovare e portare al tavolo i veri rappresentanti del Mullah Omar, il capo supremo dei talebani. L'ultima volta che gli americani hanno dato l'annuncio trionfale di trattative in corso si è poi scoperto che stavano parlando con un impostore, che si godeva i voli a Kabul su aerei militari e che stava semplicemente cercando di arricchirsi fingendosi un interlocutore di rango. I servizi tedeschi, evidentemente, hanno invece trovato uomini e contatti giusti.
I migliori hacker d'Afghanistan. Il Bnd in Afghanistan è conosciuto soprattutto per le sue operazioni di sorveglianza elettronica, in particolare su Internet. Gli specialisti tedeschi si sono però fatti sorprendere a intercettare i messaggi di posta elettronica di giornalisti, uomini delle organizzazioni non governative e di politici afghani di alto livello, come nel 2008 il ministro del Commercio Amin Farhang. Sono seguite imbarazzate scuse da parte del governo di Berlino. I tedeschi non si affidano ai complicati algoritmi che permettono agli americani di setacciare il traffico alla ricerca di parole-chiave e di comunicazioni sospette: loro penetrano direttamente nelle caselle di posta elettronica che vogliono leggere. Si dice anche che il Bnd abbia reclutato come agente qualche membro dell'élite politica del paese, soprattutto tra gli attivisti che hanno vissuto in esilio in Europa durante gli anni Novanta.
Mr. Hezbollah. Gli agenti tedeschi sono diventati mediatori d'eccezione perché non sono circondati dallo stesso alone sinistro che circonda i colleghi della Cia, del Mossad, o dei servizi britannici, sauditi e pachistani, e anche perché Berlino non ha interessi vitali o vistosi nel grande traffico geopolitico e quindi è considerata meno di parte. Il Bnd è presente ai negoziati più difficili e sui terreni più complicati. Nel 2004 ha mediato la liberazione di 400 prigionieri di Hezbollah dalle carceri di Israele in cambio della restituzione di un uomo d'affari israeliano sequestrato e dei corpi di tre soldati. Nel 2007 ha condotto di nuovo le trattative per la liberazione di altri due soldati di Tsahal – questa volta vivi. A dirigere il gioco c'era, raccontava lo Spiegel, “Mr. Hezbollah”, un arabista che vive a Berlino ma parla alla perfezione arabo, inglese e francese e che gode della stessa alta reputazione nei quartieri sciiti di Beirut e dentro l'ufficio del primo ministro di Gerusalemme. Tanto che allo stesso tempo può vantare – se fosse uomo da aprire la bocca su quello che vede – di avere accesso al leader carismatico di Hezbollah, lo sceicco Hassan Nasrallah, e di sentire richiedere il suo intervento dal ministero degli Esteri israeliano.
Con Hamas al Cairo. Il Bnd si è occupato anche dell'altra mediazione impossibile tra Israele e Hamas per la liberazione del caporale israeliano Gilad Shalit, rapito nel giugno 2006 sul confine con la Striscia di Gaza. Anche in questo caso, l'intervento tedesco è stato chiesto esplicitamente dal governo di Gerusalemme. Alla triangolazione, già complessa, si era aggiunto anche Omar Suleiman, capo dei servizi segreti egiziani e braccio destro dell'ex rais Hosni Mubarak. Ma la liberazione di Shalit dipende da troppi altri fattori e non si è mosso nulla. Resta che l'intelligence tedesca si sente fortissima sul settore medio orientale, a partire dal suo exploit nel giugno 1969, quando predisse quasi al minuto il momento esatto dell'inizio della Guerra dei sei Giorni.
Il dossier iraniano. Grazie a quelle che il Wall Street Journal definì “le sue ottime fonti in Iran”, il Bnd ha giocato un ruolo formidabile anche sulla questione del nucleare iraniano. Nel 2007 un rapporto unificato delle intelligence americane, il Nie, fece un regalo clamoroso al regime di Teheran, sostenendo che tutti i lavori per costruire la bomba atomica si fossero fermati già anni prima, nel 2003. Teheran, in sostanza, non era più una minaccia attuale, perché aveva interrotto la corsa verso l'atomica. Fu il Bnd a smentire questa versione, fornendo all'Agenzia internazionale per l'energia atomica e agli americani gli elementi che dimostravano che l'Iran era ed è intenta più attivamente che mai alla costruzione del proprio arsenale atomico. Gran parte dei 18 documenti segreti su cui le Nazioni Unite chiedono spiegazioni all'Iran arriva proprio dal Bnd.
La testimonianza atomica. Il colpo sull'Iran è arrivato perché i tedeschi fanno le cose sul serio: nel giugno 2008, la Corte suprema della Germania, chiamata a pronunciarsi su un caso di attività commerciali colpite per le sanzioni internazionali contro il nucleare iraniano, chiese una consulenza ufficiale al Bnd. Il dossier presentato dagli agenti tedeschi non era un rapporto qualsiasi messo assieme con informazioni pubbliche e dati non verificabili: era invece un dossier con informazioni aggiornate e di prima mano che rimise in moto la questione Iran e tirò in ballo anche i traffici nucleari con Siria e Corea del nord.
Il nostro agente a Baghdad. Nel 2003 gli americani hanno premiato con una medaglia un agente del Bnd a Baghdad che diede informazioni vitali ai soldati che avanzavano per liberare la capitale irachena da Saddam Hussein. La cosa fu minimizzata dal governo di Gerhard Schröder, che si era schierato con fermezza contro l'invasione.
Il capo. A fine anno la cancelliera Angela Merkel dovrà decidere con chi sostituire il capo, Ernst Uhrlau, 64 anni, abile, enigmatico, con gli occhiali spessi. Per lui si prevede un ingresso in politica.
Il Foglio sportivo - in corpore sano