Hamas sulla graticola siriana

Redazione

In queste ore la leadership del gruppo palestinese di Hamas sta valutando se lasciare Damasco, dove ha vissuto benissimo per più di dieci anni protetta dal regime siriano. Uno dei capi più in vista, Khaled Meshaal,  ha già abbandonato la capitale per volare al Cairo – nel nuovo Egitto più amichevole – sembra per un viaggio di pochi giorni, ma potrebbe essere il preludio al trasferimento definitivo. Nelle strade di Gaza, ieri, le squadre di Hamas hanno impedito alla popolazione di manifestare contro il regime.

    In queste ore la leadership del gruppo palestinese di Hamas sta valutando se lasciare Damasco, dove ha vissuto benissimo per più di dieci anni protetta dal regime siriano. Uno dei capi più in vista, Khaled Meshaal,  ha già abbandonato la capitale per volare al Cairo – nel nuovo Egitto più amichevole – sembra per un viaggio di pochi giorni, ma potrebbe essere il preludio al trasferimento definitivo. Nelle strade di Gaza, ieri, le squadre di Hamas hanno impedito alla popolazione di manifestare contro il regime degli Assad, che ha mandato l'esercito nella città di Latakia a macellare il quartiere dei rifugiati palestinesi.

    Hamas disperde le proteste e i suoi capi volano al Cairo per trovare una nuova dimora, ma non può coprire il grande, intrinseco imbarazzo della guerra contro gli ebrei in medio oriente: ovvero che è combattuta fianco a fianco da due acerrimi nemici che si sono uniti soltanto per convenienza. Il movimento sunnita di Hamas è appoggiato, finanziato e vezzeggiato dai regimi sciiti di Teheran e Damasco. Ma su altri campi di battaglia – per esempio in Libano e in Iraq – sciiti e sunniti si scannerebbero e si scannano senza pietà, in nome della differenza di fede. Fino a ieri la causa della distruzione di Israele era più forte e a Gaza l'alleanza di comodo reggeva. Che cosa succederà ora che il vento della primavera araba, con le sue raffiche imprevedibili che vanno un po' qui e un po' là, sta mettendo a nudo il patto degli ipocriti?

    C'è da dire che gli Assad stanno facendo del loro meglio per aprire la crisi con i palestinesi. Le truppe si stanno accanendo con maggiore ferocia del solito su Latakia: per giustificare l'offensiva contro la popolazione hanno detto che gli islamisti in fuga dalla Libia sono approdati là; hanno anche messo divise sui corpi di quaranta civili uccisi, poi mostrati alle telecamere della tv di stato, come prova che l'esercito sta combattendo una vera battaglia; e hanno sparato con l'artiglieria dal mare e da terra contro i palazzi. Ieri hanno annunciato che le truppe stanno per lasciare la città, ma prima hanno radunato mille palestinesi in età militare dentro lo stadio e hanno tolto loro carte d'identità e telefoni, ancora non si sa perché.