Israele prova a trattare, ma la Palestina vuole il riconoscimento dell'Onu

Redazione

Dopo i blitz notturni dei diplomatici americani, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha provato a mandare un messaggio a distanza ad Abu Mazen per abbandonare la richiesta di riconoscimento dello stato palestinese all'Onu: “Offro al presidente Abbas la possibilità di lanciare negoziati di pace”, ha detto.

Leggi l'intervista a Yossi Klein Halevi “L'Onu istiga contro Israele” - Leggi Perché con il voto all'Onu per lo stato palestinese il medio oriente cambierà per sempre - Leggi No a uno "stato" palestinese dal blog Zakor

    Il presidente Abu Mazen è arrivato a New York per consegnare al segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon, la richiesta ufficiale dell'adesione dello stato palestinese alle Nazioni Unite. Venerdì è prevista la presentazione ufficiale dell'istanza palestinese, la quale, in base alla Carta dell'Onu, sarà trasmessa immediatamente al Consiglio di Sicurezza. Già da domani sono attesi premier e ministri degli Esteri da tutto il mondo, e i lavori dell'Assemblea generale numero sessantasei entreranno nel vivo.  

    Dopo i blitz notturni dei diplomatici americani, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha provato a mandare un messaggio a distanza ad Abu Mazen per abbandonare la richiesta di riconoscimento dello stato palestinese all'Onu: “Offro al presidente Abbas la possibilità di lanciare negoziati di pace diretti invece di perdere tempo per futili passi unilaterali”, ha detto. La risposta è arrivata su Fox News, dove il presidente dell'Autorità palestinese si è detto disposto ad incontrare i funzionari israeliani, ma non si aspetta che il contatto possa cambiare la candidatura che ieri ha confermato di persona al Segretario generale Ban Ki-moon: “Mi sembra che non ci sia via per il negoziato perché l'amministrazione americana, compreso il presidente Obama, ha esaurito tutti gli sforzi per portare Netanyahu al tavolo del negoziato. Non sono riusciti a convincerli di cessare l'attività negli insediamenti”.

    I palestinesi sembrano lasciare aperto uno spiraglio all'iniziativa americana e del Quartetto – nella notte un diplomatico americano ha detto che “le trattative stanno dando buoni  risultati”, ma nulla di concreto s'è visto – ma contemporaneamente contano i voti al Consiglio di sicurezza, l'unico consesso che può concedere la “full membership” a un aspirante stato. Per l'approvazione servono nove voti favorevoli e il ministro degli Esteri palestinese, Riad Malki, dice che al momento ne hanno in mano “sei o sette” sicuri, e stanno facendo pressione su tre stati ancora indecisi (Gabon, Nigeria e Bosnia).

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    Mentre la parte sommersa dell'Amministrazione americana tenta in extremis di evitare che la richiesta di riconoscimento palestinese arrivi al Consiglio di sicurezza dell'Onu o all'Assemblea generale (molti insider del Palazzo di Vetro scommettono che Abu Mazen non si farà mancare nulla e procederà per entrambe le vie), la parte ufficiale si dedica ai dossier limitrofi. A margine dei lavori dell'assemblea, il segretario di stato, Hillary Clinton, ha incontrato il ministro degli Esteri turco, Ahmet Davutoglu: ufficialmente il meeting aveva come scopo la preparazione del forum sull'antiterrorismo globale di giovedì organizzato da Washington e Ankara, ma il tema sul tavolo è il filo spezzato con Israele e Clinton ha chiesto ai turchi di “tenere la porta aperta” alle relazioni [continua a leggere l'articolo di Mattia Ferraresi]
     

    Ismail Haniyeh, premier del governo di Gaza, ha definito la mossa di Abu Mazen, presidente dell'Autorità nazionale palestinese (che governa soltanto la Cisgiordania), “una avventura politica pericolosa per i diritti dei palestinesi”. Non solo, Hamas ha ribadito che non rinuncia all'obiettivo di creare uno stato palestinese sull'intero territorio della “Palestina storica”, eliminando cioè la “entità sionista”, Israele. Dunque, esistono non uno, ma due stati di Palestina, uno nazionalista dell'Anp e l'altro fondamentalista e oltranzista di Hamas [continua a leggere l'editoriale]

    Leggi l'intervista a Yossi Klein Halevi “L'Onu istiga contro Israele” - Leggi Perché con il voto all'Onu per lo stato palestinese il medio oriente cambierà per sempre - Leggi No a uno "stato" palestinese dal blog Zakor