La repressione siriana uccide due giornalisti a Homs

Redazione

Due giornalisti sono morti in seguito all’esplosione di una bomba nel centro media allestito dai ribelli siriani nel quartiere di Baba Amr, a Homs. Da giorni i locali di fortuna erano assediati dai lealisti governativi. Secondo l’agenzia Reuters, le vittime sarebbero l’americana Marie Colvin del Sunday Times [qui il suo reportage da Homs] e il reporter e fotografo francese Rémi Ochlik.

    Due giornalisti sono morti in seguito all’esplosione di una bomba nel centro media allestito dai ribelli siriani nel quartiere di Baba Amr, a Homs. Da giorni i locali di fortuna erano assediati dai lealisti governativi. Secondo l’agenzia Reuters, le vittime sarebbero l’americana Marie Colvin del Sunday Times [qui il suo reportage da Homs] e il reporter e fotografo francese Rémi Ochlik. Fonti dell’opposizione locale riferiscono che altri “tre o quattro giornalisti” sarebbero rimasti feriti.

    Colvin, per oltre due decenni cronista di vicende mediorientali, aveva realizzato solo ieri un video per la britannica BBC [qui il video, contiene immagini cruente] in cui descriveva la drammatica situazione nella città siriana. Nel 2008 intervistò il capo delle brigate guerriere di Hamas, le Ezzedin al Qassam, confermando un sospetto, ovvero che i soldati di Hamas si addestrassero in Iran [continua a leggere]. Nella sua ultima corrispondenza per il Sunday Times, descriveva gli abitanti di Homs “in attesa del massacro”. Il 17 febbraio era morto in Siria, per un probabile attacco d’asma, l’inviato del New York Times Anthony Shadid, come Marie Colvin tra i più conosciuti giornalisti esperti di questioni del vicino e medio oriente.

    Il Foglio ha raccontato di come i ribelli smentiscano i retroscena sugli aiuti dall’estero per resistere alle operazioni di repressione [continua a leggere] e della "sindrome Stinger" sulla Siria [continua a leggere l'editoriale]. Abbiamo poi spiegato come il presidente Assad stia tagliando il territorio per creare una enclave sicura sulla costa [continua a leggere]. Oggi in un intervento sul Foglio Gianni Vernetti, Senatore di Alleanza per l’Italia, ha spiegato le sei mosse che occorrono alla Nato per cambiare regime in Siria.