Le tasse di Maradona

Redazione

Diego Armando Maradona è peggio della sua caricatura. E’ il parcheggiatore abusivo dell’umanità. Capo, sarebbero due euro. Aggiungi gli zero e vai. Diego chiede al fisco italiano di conciliare: lui deve 40 milioni, ne offre 3,5 e non se ne parli più. Perché y son Maradò. E’ come se avesse chiesto di perdere una partita 2-0 a tavolino, invece di perderla 6-0 sul campo. Il campione dei campioni che si accontenta di una sconfitta piccola per evitarne una più grande. E perde: il fisco che gli dice di no è la rivincita del burocrate sul genio.

    Diego Armando Maradona è peggio della sua caricatura. E’ il parcheggiatore abusivo dell’umanità. Capo, sarebbero due euro. Aggiungi gli zero e vai. Diego chiede al fisco italiano di conciliare: lui deve 40 milioni, ne offre 3,5 e non se ne parli più. Perché y son Maradò. E’ come se avesse chiesto di perdere una partita 2-0 a tavolino, invece di perderla 6-0 sul campo. Il campione dei campioni che si accontenta di una sconfitta piccola per evitarne una più grande. E perde: il fisco che gli dice di no è la rivincita del burocrate sul genio. L’avesse fatto vent’anni fa, gli esattori gli avrebbero aperto ogni porta: “Prego, sior Maradona, ci dia tot e finisce qui: per lei questo e altro”. Vent’anni dopo l’esattore è più forte di lui: lui non ha appeal, non ha fascino, non ha magia. Questo Maradona si cerca l’avversario e ci sbatte contro. L’altro l’avrebbe beffato con un tocco. L’aveva fatto, in fondo. E’ qui, adesso, perché una volta fece un dribbling e gli riuscì. Quaranta milioni di euro da pagare eppure quello si rotolava nel fango divertendosi: pioveva e lui faceva le rovesciate nelle pozzanghere. E sì, e dai, e su. Un bambino infinito, come ha scritto qualcuno. Ora quel bimbo è un ricco qualunque, pure un po’ antipatico.

    Sembra uno che compra la Ferrari e chiede lo sconto. E’ un comico che ha perso la battuta, allora fa ridere solo se parla seriamente: “Non nego che negli anni bui della mia vita e con la finanza addosso ho pensato al suicidio”. Non ci crede neanche lui che questa frase l’avrebbe detta. Sicuro, Diego? No, no. Dice per dire, parla per parlare. L’ha sempre fatto, però ora si vede di più. Diego rincorre Maradona da sempre senza mai riuscire a raggiungerlo: questo è un dribbling che non riesce, però l’avversario è un birillo. Un birillo, sì. Sta fermo, dritto, immobile, inanimato: si chiama Equitalia, mica Baresi. E’ uno sportello con un microfono all’interno e uno all’esterno: prego, dica, faccia la fila. Forse Diego sbaglia perché lì non c’è mai entrato.