
Attacco al consolato in Libia, ucciso l'ambasciatore americano. Washington conferma
Anche l'ambasciatore degli Stati Uniti in Libia, Chris Stevens, è tra le quattro vittime dell'assalto di ieri sera al consolato americano di Bengasi. La notizia, inizialmente diffusa dalla tv libica Al Asima, è stata confermata successivamente da al Jazeera e da al Arabiya. L'ambasciata di Washington a Tripoli non ha commento la notizia per ore. E' stata la Casa Bianca, poco fa, a dare la conferma della morte di Stevens. A provocare i disordini – scoppiati simultaneamente anche al Cairo – è stata la diffusione in lingua araba di un film prodotto lo scorso luglio negli Stati Uniti sul profeta Maometto il cui contenuto sarebbe stato giudicato blasfemo.
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Anche l'ambasciatore degli Stati Uniti in Libia, Chris Stevens, sarebbe tra le quattro vittime dell'assalto di ieri sera al consolato americano di Bengasi. La notizia, inizialmente diffusa dalla tv libica Al Asima, è stata confermata successivamente da al Jazeera e da al Arabiya e infine dal ministero degli Interni di Tripoli.
#BreakingNews: The U.S. ambassador to #Libya was killed during an attack on the consulate in Benghazi, Al Arabiya sources report. #US
— Al Arabiya English (@AlArabiya_Eng) Settembre 12, 2012
Tv libica al Asima dice che i morti americani a Bengasi sono 4. Notizia senza conferme
— Daniele Raineri (@DanieleRaineri) Settembre 12, 2012
L'ambasciata di Washington a Tripoli non ha commentato la notizia per ore. E' stata la Casa Bianca, poco fa, a dare la conferma della morte di Stevens. Verso le 13.30 italiane, il presidente Obama ha condannato "lo scellerato omicidio" dell'ambasciatore in un comunicato.
''Condanno con la massima fermezza l'attacco alla nostra missione a Bengasi''. Così il segretario di stato americano, Hillary Clinton, aveva commentato con un comunicato l'attacco di ieri sera al consolato Usa di Bengasi, quando si parlava ancora di un funzionario morto. ''Abbiamo il cuore spezzato da questa terribile perdita. Il nostro pensiero e le nostre preghiere sono rivolti alla sua famiglia e a tutti coloro che sono rimasti coinvolti nell'attacco''. Poi, ricordando Stevens, il segretario ha dichiarato: " Mentre esplodeva il conflitto in Libia, Chris è stato uno dei primi americani imperniati sul terreno a Bengasi. Ha rischiato la sua vita per aiutare il popolo libico a costruire le fondamenta di una nazione nuova e libera. Da allora aveva lavorato ogni giorno al completamento del lavoro che aveva iniziato". Sulla sorte delle vittime del tragico attentato, la Clinton ha affermato: "Tutti gli americani che abbiamo perso negli attacchi di ieri hanno compiuto l'estremo sacrificio. Condanniamo questo attacco odioso e violento che ha messo fine alle loro vite, dedicate ad aiutare il popolo lifico a ottenere un futuro migliore".
A provocare i disordini – scoppiati simultaneamente anche al Cairo – è stata la diffusione in lingua araba di un film prodotto lo scorso luglio negli Stati Uniti sul profeta Maometto il cui contenuto sarebbe stato giudicato blasfemo. Ieri, il pastore americano Terry Jones, già noto per aver dato alle fiamme una copia del Corano nel marzo 2011, ha annunciato di aver diffuso un video a basso costo in cui Maometto viene ritratto in atteggiamenti intimi con la moglie e intento a parlare con un asino.
Al Jazeera attribuisce la notizia della morte dell'ambasciatore Chris Stevens a fonti della sicurezza e spiega che il diplomatico si trovava a Bengasi per una breve visita. Oltre a lui sono morte altre tre persone, tra i quali due uomini della sicurezza, anche lnro cit laini Usa, che accompagnavano Stevens da Tripoli. Un quarto morto è un impiegato del consolato, la cui nazionalita' al momento non è chiara. Si contano infine due feriti. I quattro cadaveri sono stati trasferiti presso l'aeroporto internazionale di Bengasi. Da li' saranno trasportati a Tripoli e quindi presso una base americana in Germania.
L'ambasciata statunitense in Libia ha deciso di avviare le procedure di evacuare del suo consolato a Bengasi e di trasferire via aerea a Tripoli i 35 funzionari che vi lavorano, oltre ai cadaveri delle quattro vittime dell'attacco di ieri sera, tra i quali ci sarebbe anche l'ambasciatore, Chris Stevens. Lo riferisce l'inviato della tv satellitare al-Jazeera.
Christopher Stevens, l'ambasciatore Usa in Libia ucciso a Bengasi, si era insediato a maggio alla guida dell'ambasciata a Tripoli, ma era già stato il numero due dell'ambasciata tra il 2007 e il 2009 e l'inviato speciale presso il Consiglio nazionale transitorio a Bengasi durante la rivolta contro Muammar Gheddafi, tra il marzo e il novembre del 2011. La sua carriera diplomatica si era svolta principalmente nel mondo arabo, con incarichi a Gerusalemme, Damasco, Cairo e Riad. Originario della California, parlava il francese e l'arabo, imparato quando da giovane aveva insegnato inglese in Marocco come volontario dei Peace Corps. Sulla pagina Facebook dell'ambasciata, Stevens diceva di considerarsi "fortunato di poter partecipare a questo incredibile periodo di cambiamento e di speranza per la Libia". Di seguito il video di presentazione dell'ambasciatore Chris Stevens.
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