Draghi nella tana dei leoni

Redazione

Le Banche centrali esaltano le Borse e mettono a sedere Lady Spread. L’annuncio della terza manovra di allentamento monetario, stavolta illimitata nei tempi, della Federal reserve che manterrà anche i tassi a zero fino al 2015, continua a sostenere i listini globali. Ieri, sulla spinta della seduta positiva delle Borse asiatiche, quelle europee hanno chiuso in rialzo: Milano a più 2,34 per cento, Madrid la migliore a più 2,75. Wall Street ieri sera andava verso i massimi da cinque anni. Lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi ha chiuso in calo a 331 punti base, sui minimi da marzo.

    Le Banche centrali esaltano le Borse e mettono a sedere Lady Spread. L’annuncio della terza manovra di allentamento monetario, stavolta illimitata nei tempi, della Federal reserve che manterrà anche i tassi a zero fino al 2015, continua a sostenere i listini globali. Ieri, sulla spinta della seduta positiva delle Borse asiatiche, quelle europee hanno chiuso in rialzo: Milano a più 2,34 per cento, Madrid la migliore a più 2,75. Wall Street ieri sera andava verso i massimi da cinque anni. Lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi ha chiuso in calo a 331 punti base, sui minimi da marzo. L’euro invece a 1,31 dollari, i massimi da maggio. La mossa della Fed si accompagna alla svolta interventista della Banca centrale europea, intenzionata a comprare bond dei paesi in difficoltà. Mario Draghi, presidente della Bce, ha detto ieri che “ora possiamo guardare le cose con più ottimismo” ma senza “eccessiva enfasi” perché la reazione dei mercati è “l’effetto combinato dei progressi nella governance dell’area euro e del meccanismo di fermo” della Bce.

    Grecia con più tempo (ma senza altri soldi), Spagna più vicina al bailout. I ministri delle Finanze dell’Eurozona, riuniti ieri a Cipro, hanno segnalato che potrebbero concedere più tempo alla Grecia per portare a termine l’ambizioso piano di tagli necessario a ottenere aiuti finanziari. Favorevoli i ministri di Austria e Olanda, solitamente rigoristi. Possibilista il direttore generale del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde, secondo la quale “più tempo è un’opzione”. Una decisione, come sottolineato dal presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, arriverà però solo a ottobre una volta esaminato il rapporto degli ispettori della Troika al lavoro ad Atene. Diversi osservatori si aspettavano che al vertice cipriota sarebbe arrivata la richiesta di aiuti da parte della Spagna che, secondo indiscrezioni di stampa, potrebbero ammontare a 300 miliardi di euro. Madrid, che ha già ricevuto 100 miliardi per sanare le banche nazionali, non ha ancora chiesto alcun intervento; Bce e Fmi hanno anche smentito trattative in corso. Juncker ha fatto comunque sapere che la Spagna presenterà a fine mese “un programma di riforme per raggiungere gli obiettivi di bilancio e riforma dell’economia”. Sarebbe il segnale che si sta preparando alle ulteriori “condizionalità” richieste dalla Bce. Il ministro italiano dell’Economia, Vittorio Grilli, ha detto che l’Italia non necessiterà “al momento” di un piano di riforme più dettagliato come quello spagnolo.

    Draghi nella tana dei leoni. E’ stata accolta la proposta lanciata a mezzo stampa dallo stesso presidente della Bce, Mario Draghi, di presentarsi davanti al Bundestag per spiegare ai tedeschi quanto fatto dall’Eurotower. Diversi rappresentanti del Parlamento federale tedesco, compresi membri del partito di Angela Merkel, la Cdu, hanno accettato l’offerta di ascoltarlo in commissione Europa in data da fissare.

    Un nuovo “caso Marchionne” agita sindacati, politici e imprenditori. Dopo che l’ad di Fiat ha ribadito due giorni fa che il piano industriale “Fabbrica Italia” è ormai datato per via della crisi, ieri il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ha parlato di “scelta drammatica” del Lingotto. Dal mondo sindacale e politico sono stati in molti a chiedere al governo di non aspettare il 30 ottobre, quando con i dati del terzo trimestre Fiat renderà noto il nuovo piano, sollecitando una convocazione dell’azienda per conoscere subito le intenzioni su investimenti e stabilimenti italiani. E’ intervenuto anche il patron della Tod’s, Diego Della Valle: “Il vero problema della Fiat non sono i lavoratori, l’Italia o la crisi (che sicuramente esiste): sono i suoi azionisti di riferimento e il suo amministratore delegato”.

    Nel grafico: SPAGNA DA RECORD. Il debito spagnolo ha raggiunto ieri un livello pari al 75,9 per cento del pil, comunque sotto la media dell'Eurozona. Secondo la Banca di Spagna, nel secondo trimestre 2012 l’indebitamento ha toccato gli 804,3 miliardi di euro, la cifra più alta di sempre per Madrid. Quello delle regioni autonome è cresciuto del 2,8 per cento. Tre (Catalogna, Murcia, Valencia) hanno richiesto sostegno al fondo statale di liquidità e, come segnala Société Générale, l'anno prossimo dovranno rimborsare 16 miliardi di euro, compresi gli interessi sul debito.