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Scimitarre. Le guerre nei paesi dell'Islam

Redazione

A la guerre comme à la guerre o quasi. “E’ questione di settimane, non di mesi”, dice il ministro della Difesa francese, Jean-Yves Le Drian, sul futuro intervento armato internazionale contro i gruppi islamisti che controllano il nord del Mali – che avverrà sotto la direzione discreta di Parigi. Il 12 ottobre il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha autorizzato l’intervento e ha dato 45 giorni di tempo per la formulazione di un piano: il termine scade la penultima settimana di novembre, anche se gli analisti sono scettici e non credono che i tempi saranno così brevi.

    A la guerre comme à la guerre o quasi. “E’ questione di settimane, non di mesi”, dice il ministro della Difesa francese, Jean-Yves Le Drian, sul futuro intervento armato internazionale contro i gruppi islamisti che controllano il nord del Mali – che avverrà sotto la direzione discreta di Parigi. Il 12 ottobre il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha autorizzato l’intervento e ha dato 45 giorni di tempo per la formulazione di un piano: il termine scade la penultima settimana di novembre, anche se gli analisti sono scettici e non credono che i tempi saranno così brevi. La Direction du renseignement militaire, l’intelligence militare francese, vuole spostare due droni Male Harfang rientrati dall’Afghanistan in una base nel Niger – confinante con il Mali – che si sta attrezzando per ospitarli. Per trasmettere i dati i due droni usavano un satellite militare che però ora è troppo a est, e per questo in Africa si agganceranno a satelliti commerciali con uno speciale software. I francesi hanno negli stessi cieli sopra il Mali, la Mauritania e il Niger un gruppo di aerei a lungo raggio in missione di “ascolto e osservazione”. I servizi francesi stanno pagando anche un gruppo con sede in Lussemburgo, la C.A.E. Aviation, per voli spia sul Mali. Da Parigi il governo  nega che ci siano forze speciali francesi già pronte nella regione, come ha detto il minsitro degli Esteri, Laurent Fabius, lo scorso 24 settembre, ma è una finzione diplomatica accettata con cortesia. Tanto che a maggio l’ambasciatore francese in un altro paese confinante con il Mali, il Burkina Faso, si è addirittura rotto un piede lanciandosi con il paracadute assieme ai soldati speciali durante un salto d’addestramento. Il fratello dell’ambasciatore Emmanuel Beth è il generale Frédéric, ex comandante delle forze speciali francesi e numero due dei servizi segreti. Ufficiosamente i commando francesi avranno il ruolo di consiglieri militari. Ieri a Bamako, capitale del Mali, c’è stato l’incontro tra Onu, Unione africana ed Ecowas  – gli stati che formano la comunità economica dell’Africa occidentale – per prendere decisioni sulla guerra.

    L’ex capo del Mossad, Meir Dagan, è ricoverato in Bielorussia per un trapianto di fegato. Il 16 ottobre è stato lo stesso presidente Alexander Lukashenka a dare notizia della presenza di “un ex capo del Mossad” in un ospedale del paese. Dagan, 67 anni, ha diretto i servizi segreti dal 2002 al gennaio 2011, e la durata del suo mandato è seconda soltanto a quella di Isser Harel, il leggendario agente che catturò il nazista Adolf Eichmann in Argentina. Si è pubblicamente schierato contro l’ipotesi di uno strike preventivo contro i siti che ospitano il programma militare atomico dell’Iran, che invece è caldeggiata dall’attuale primo ministro Benjamin Netanyahu e dal ministro degli Esteri, Avigdor Lieberman.

    Hamas ha tirato giù l’enorme poster del presidente egiziano Mohammed Morsi a Gaza e l’ha sostituito con il poster “Grazie Qatar”. Segno che stanno arrivando nuovi sponsor. Ma il rapporto con il Cairo è ancora fondamentale. Mercoledì nella capitale egiziana una delegazione di Hamas ha cominciato a trattare il nuovo problema in comune per il governo egiziano guidato dai Fratelli musulmani: le fazioni salafite radicali che infestano il Sinai e il confine con Israele. Entrambi, governo egiziano e Hamas, hanno con le bande filo al Qaida un rapporto funzionale: non possono eliminarle, ma non vogliono nemmeno attirarsi troppi guai, almeno adesso, in questa fase.