La logica di Beslan a Gaza

Redazione

Ogni guerra condotta da Israele a Gaza si dibatte fra la compassione per il dolore della popolazione investita dal turbine di fuoco e la concreta questione della sicurezza della sola democrazia al mondo sotto attacco giornaliero da parte delle organizzazioni terroristiche, che vive sotto minaccia pre nucleare e che da anni cerca di tutelare i suoi villaggi dai razzi lanciati da organizzazioni sostenute dall’Iran. E’ sullo sfondo di questo tragico equilibrio che cerca di muoversi l’esercito israeliano, che ha diffuso le trascrizioni dei piloti che all’ultimo momento hanno abortito una missione militare per l’alta presenza di civili (“civilians spotted”).

    Ogni guerra condotta da Israele a Gaza si dibatte fra la compassione per il dolore della popolazione investita dal turbine di fuoco e la concreta questione della sicurezza della sola democrazia al mondo sotto attacco giornaliero da parte delle organizzazioni terroristiche, che vive sotto minaccia pre nucleare e che da anni cerca di tutelare i suoi villaggi dai razzi lanciati da organizzazioni sostenute dall’Iran. E’ sullo sfondo di questo tragico equilibrio che cerca di muoversi l’esercito israeliano, che ha diffuso le trascrizioni dei piloti che all’ultimo momento hanno abortito una missione militare per l’alta presenza di civili (“civilians spotted”). Hamas fa degli scudi umani un’arma cinica e micidiale per mettersi al riparo dalla reazione israeliana. Da questi giorni di guerra sono emerse già molte fotografie delle piste di lancio missilistiche di Hamas collocate ai fianchi dei campi di calcio e al limitare delle moschee, luoghi santi dell’islam che ci si guarda bene dal colpire. Una immagine in particolare, che proviene dal distretto Zeitoun di Gaza, mostra i razzi iraniani Fajr piazzati vicino a un campo giochi per bambini. Uno spot tv di Hamas diffuso in questi giorni dice che “le bombe sono più preziose dei bambini”. Tradotto: comportatevi da potenziali shahid, martiri, non abbandonate le vostre case nonostante gli avvertimenti israeliani, proteggete coi vostri corpi quelli più importanti dei mujaheddin.

    Come ha fatto il capo del programma  missilistico di Hamas, Yahiya Abiya, che si nascondeva fra le case zeppe di civili e che due giorni fa è stato colpito da un missile (non si sa se sia morto nello strike). Il New York Times riferisce di dodicimila messaggi di testo inviati dall’esercito israeliano ai cellulari dei palestinesi che vivono vicino agli edifici usati da Hamas e dal Jihad islamica. Sono mezzi spesso inutili per evitare le stragi di civili, ma che ci dicono molto dell’unico esercito che porti nel suo statuto una clausola che impone al soldato di disubbidire se riceve un ordine giudicato disumano. Il disprezzo islamista-palestinese della vita dei propri piccoli, questa oscena strumentalizzazione delle loro vite, nasce dalla logica di Beslan, dei terroristi ceceni che hanno fatto dei bambini osseti i loro scudi umani. Oltre alle vittime d’Israele si deve avere il coraggio di saper guardare in faccia e giudicare anche la tanatocrazia del terrorismo.