E pompiamolo, il Battiato politico

Redazione

E pompiamo la cosa. “Non so se mi spiego” ha detto Franco Battiato a proposito di Barbara D’Urso alle prese con un ospite particolare: Silvio Berlusconi, ovvero il padrone. Opportunamente interrogato dal Corriere della Sera, l’assessore siciliano al Turismo e allo spettacolo della giunta Crocetta, ha detto: “Certe conduttrici… questa storia di pompare una cosa. Non so se mi spiego, non è cosa degna di esseri umani, sono dei servi”. E pompiamo la cosa, allora.

    E pompiamo la cosa. “Non so se mi spiego” ha detto Franco Battiato a proposito di Barbara D’Urso alle prese con un ospite particolare: Silvio Berlusconi, ovvero il padrone. Opportunamente interrogato dal Corriere della Sera, l’assessore siciliano al Turismo e allo spettacolo della giunta Crocetta, ha detto: “Certe conduttrici… questa storia di pompare una cosa. Non so se mi spiego, non è cosa degna di esseri umani, sono dei servi”. E pompiamo la cosa, allora. Magari evitiamo allusioni in tema di signore (non si fa) e mettiamo in fila i fatti e questa avventura “politica” di Battiato, trascinato in virtù dell’entusiasmo civico a fare l’assessore senza cravatta per il governo di Palermo, compreso l’endorsement a favore di Antonio Ingroia, l’arancione, risulta un magnifico divertimento. Ed è meglio di un concerto, di uno spettacolo e di un’esecuzione. Fosse stato un Francesco Guccini, ridotto a spedire nei negozi un tristo cd inascoltabile, avremmo pensato a un ripiego – lasciare la scena per prendere un più comodo palcoscenico, la politica – ma Battiato ha appena realizzato un album, “Apriti Sesamo”, che è una delizia. E se è consentito un inciso, l’esecuzione di “Passacaglia” – la prima canzone del nuovo disco battiateo – su cui Elisabetta Sgarbi ed Eugenio Lio alla guida di un’automobile, ci cantano sopra, è dionisismo febbrile (cercatela su YouTube!).

    Va a ruota libera, come si suol dire, il Nostro. E al Palanitta, a Librino, quartiere di Catania ad alta densità problematica, così si esprime: “I signori delle istituzioni si muovono con le scorte e con una mentalità mafiosa”. Tutto questo, all’estero, non c’è. Così sottolinea il maestro che è uomo di mondo e li sgama tutti quei tapini del traccheggio politico, primi tra tutti gli Udc, i democristianoni che pure sono solidi alleati del governo di cui è componente e su cui esercita il sarcasmo e il sovrano disprezzo. Ed è perfino urticante perché poi, orbo di tatto politico, Battiato mena fendenti senza temere l’altra faccia della medaglia, la cautela del dibattito per cui, per lui, perfino il povero capo dei grillini di Sicilia, Giancarlo Cancelleri, quando descrive la giunta di Saro Crocetta, “sembra uscita fuori dal televoto di X Factor”, si becca il tibis e tobis di Battiato: “Non rispondo ai cretini”. Tutto questo, però, avendoli esaltati, i Cinque stelle, qualche giorno prima. E pompiamola la cosa! Quanto meno siamo fuori del punto G. Altrimenti, tra un Handel e un Vivaldi,  può sempre scapparci un Grillo.