L'avventuroso Erdogan
Il premier turco Erdogan ha deciso di sfidare lo sconcerto del segretario di stato americano Kerry, l’irritazione del rais palestinese Abu Mazen e le polemiche con il premier israeliano Bibi Netanyahu per mettere a punto la mossa più azzardata della sua carriera di azzardi: andare a Gaza entro maggio. C’è un che di avventuroso e avventurista nella strategia di Erdogan, turba la piazza araba come le cancellerie occidentali: l’obiettivo è porre fine al rifiuto arabo nei confronti di Israele.
Il premier turco Erdogan ha deciso di sfidare lo sconcerto del segretario di stato americano Kerry, l’irritazione del rais palestinese Abu Mazen e le polemiche con il premier israeliano Bibi Netanyahu per mettere a punto la mossa più azzardata della sua carriera di azzardi: andare a Gaza entro maggio. C’è un che di avventuroso e avventurista nella strategia di Erdogan, turba la piazza araba come le cancellerie occidentali: l’obiettivo è porre fine al rifiuto arabo nei confronti di Israele. I dubbi di Kerry e di Abu Mazen sono ben motivati: la guerra civile tra palestinesi non è mai terminata; gli “storici” tentativi di riconciliazione fatti da Arabia Saudita, Egitto e Lega araba sono falliti; le galere di Ramallah e Gaza sono piene di “traditori” dell’altra fazione. Ma Davutoglu, ministro degli Esteri di Ankara, sostiene che Erdogan vuole andare a Gaza addirittura assieme con Abu Mazen. Questo sarà possibile soltanto se prima Erdogan riuscirà a riconciliare le due fazioni palestinesi, Fatah e Hamas, risultato che ritiene di poter ottenere entro poche settimane. Secondo il Turkish Daily News, Erdogan ritiene di poter conseguire anche un altro, enorme obiettivo: ottenere dal leader di Hamas Khaled Meshaal il riconoscimento di Israele. Se così fosse, se il segretario di Hamas appena confermato dal suo congresso facesse questa mossa, Erdogan avrebbe conseguito un risultato storico. Tanto rilevante da essere giudicato realisticamente irraggiungibile da Kerry, Abu Mazen e ovviamente Netanyahu, che fanno di tutto per impedire una mossa tanto avventurosa.
Erdogan intende agire sulla frattura che si è aperta dentro Hamas con la crisi siriana. Meshaal – esule per anni a Damasco – ha maturato la decisione di rompere l’alleanza con l’Iran e Damasco e di tornare alla storica alleanza con Riad. Il premier di Gaza, Ismail Haniyeh, invece, continua a ragionare come terminale dell’asse Iran-Siria-Hezbollah-Hamas e boicotta ogni pacificazione con Abu Mazen. Erdogan ritiene di potere strappare questa doppia svolta a Meshaal e di conseguire quindi il suo scopo ultimo: obbligare Israele alla trattativa tenendo lui il banco. Disegno geniale. Risultato quasi irraggiungibile.
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